Il film odierno del nostro speciale vacanze è forse uno dei più famosi tra quelli prodotti agli antipodi, o perlomeno uno di quelli entrati nella cerchia dei “cult“. Prima di vederlo, devo essere onesto, non avevo idea di che cosa parlasse. E, bè, in pratica parla di due drag queen e un transessuale che viaggiano in furgone da Sydney ad Alice Springs, Australia. Il movente della partenza è la morte del compagno di Bernadette (l’ex-uomo), l’obiettivo finale esibirsi nella cittadina dell’outback.
La trama generale è abbastanza povera e il film si regge naturalmente sulla particolarità dei protagonisti, sul loro essere “diversi” in una società che non sempre li accetta. Sydney, che è una metropoli cosmopolita, bene o male li accoglie senza problemi, e i loro show in costume sono piuttosto seguiti (cioè, io non andrei mai a vedere spettacoli del genere, ma a quanto pare hanno il loro seguito). Quando però si dirigono verso l’interno del Paese devono scontrarsi con una mentalità più campagnola e chiusa, che affrontano un po’ con spirito di buonumore e un po’ facendosi valere (Bernadette può aver perso le palle fisicamente, ma caratterialmente le ha conservate eccome).
Il titolo deriva dallo sgangherato furgoncino viola (pardon, lavanda) con cui intraprendono il viaggio. Priscilla, così viene nominato, è anche la causa del loro incontro con Bob, meccanico di paese che li aiuta e finisce con l’accompagnarli.
Il tema centrale del film è l’accettazione: di se stessi e della propria diversità, e da parte degli altri per quello che si è. Le vicende si muovono su quel rischioso crinale che è a metà tra la commedia e il drammatico, con scene e dialoghi che strappano un sorriso mescolate ad altre che mostrano le ferite fisiche e psicologiche dei protagonisti.
Nel mezzo, la bellezza e vastità dei paesaggi del deserto australiano, che fanno da sfondo a quella che è probabilmente la scena madre della pellicola, con i tre in abiti da performance che si arrampicano su King’s Canyon, accompagnati da una musica enfatica che accentua la paradossalità della cosa. Anche le scene di interni sono curate, con una notevole attenzione ai costumi (che vinsero un Oscar), dato che gli spettacoli costituiscono una parte importante del film.
I tre attori principali sono molto bravi nell’interpretare le loro parti. Terence Stamp, che è Bernadette, deve muoversi sul sottile confine tra mascolinità e femminilità, con un occhio ai calci nelle palle ai malintenzionati, ma anche alla cura del proprio look. Hugo Weaving è Tick alias Mitzi, persona dalla storia sessuale sfaccettata, che dovrà fare i conti con il proprio passato. Infine Guy Pearce (Adam, in arte Felicia) è forse il più comico del trio e quello che rappresenta in maniera più marchiana lo stereotipo della “checca”. Ciò che mi è piaciuto è il legame tra questi tre che, accomunati dal loro essere alieni nella società, sono solidali e uniti da forte amicizia pur con tutti i battibecchi che insorgono.
Per concludere, Priscilla è un film che riesce a mantenersi leggero pur trattando un tema delicato, strappa qualche sorriso ma spinge anche a riflettere. Non mi sento di definirlo un capolavoro, dato che si regge interamente sull’identità dei protagonisti, tolta la quale rimarrebbe ben poco. Si trattò però di un’opera coraggiosa e originale, molto curata nei dettagli e senza dubbio fuori dagli schemi. Da amante della narrativa australiana, aggiungerei anche che è molto… australiana, con la sua attenzione agli “emarginati”, ai “diversi”, alla “sessualità”. Ma mi sto spingendo troppo oltre con l’analisi di quello che è un film d’evasione. Buona visione!
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The Adventures of Priscilla, Queen of the Desert (1994, Australia, 104 min)
Regia e sceneggiatura: Stephan Elliott
Musiche: Guy Gross
Fotografia: Brian J. Breheny
Interpreti principali: Terence Stamp (Bernadette), Hugo Weaving (Tick), Guy Pearce (Adam), Bill Hunter (Bob), Sarah Chadwick (Marion)
La scena in cui una delle tre canta il Sempre libera della Traviata dal tetto di Priscilla vestita da Drag queen è assolutamente memorabile😁
Vero!
Visto al cinema ….molto bello
Uno dei pochi film che ogni tanto rivedo con piacere. Il cartello stradale con la scarpa con tacco a spillo è indimenticabile