Speciale Oscar 2019: A Star is Born, di Bradley Cooper

54058A me piace moltissimo Lady Gaga, fin dal momento del suo debutto avvenuto ormai quasi dieci anni fa. Dal basso della mia bovina ignoranza sull’argomento “musica” mi sembra che abbia una voce meravigliosa e che sia riuscita a ritagliarsi uno stile perfettamente riconoscibile e molto accattivante, almeno per me; mi diverto sempre molto a guardare i suoi video, che riservano sempre qualche sorpresa soprattutto per il suo stile istrionico e perennemente sopra le righe, e in macchina canto sempre ad alta voce le sue canzoni quando passano dall’iPod. Poi è arrivato American Horror Story: Hotel, un paio di anni fa, e sono gelato. La quinta stagione della serie tv presentava, tra le altre cose, il debutto attoriale di Lady Gaga, che ho visto recitare male come poche altre persone nella vita. Questo dovrebbe spiegare come mai io fossi così combattuto nel momento in cui è stato rivelato che la cantante avrebbe interpretato il ruolo da protagonista in A Star is Born, debutto anche di Bradley Cooper dietro la macchina da presa. Però, vuoi la verità? Secondo me è stata bravissima.

Lady Gaga interpreta Ally, una giovane cameriera con il sogno di diventare cantante che si esibisce in piccoli locali di New York. Una sera alla sua esibizione assiste anche Jackson Maine (Bradley Cooper), cantante rock in crisi a causa dell’acufene che si sta mangiando il suo udito. Jackson rimane affascinato da Ally, e con uno stratagemma riesce a farla esibire a un suo concerto permettendole di farsi conoscere al mondo intero. La risposta del pubblico è immediata e roboante; inizia così per Ally una velocissima scalata verso il successo, mentre per Jackson un’altrettanto rapida discesa negli abissi della depressione, dell’alcool e della droga.

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Restiamo a parlare di Lady Gaga ancora un po’, visto che è l’elemento principale per cui, credo, in molti sono andati a vedere questo film. Era evidente che il singolo elemento che non poteva assolutamente essere sbagliato in A Star is Born fosse l’attrice per interpretare Ally: azzeccata lei, il resto del film quasi si sarebbe fatto da solo. Bradley Cooper in questo ha dimostrato una notevole dose di lungimiranza e coraggio nello scegliere una cantante ben affermata e molto amata, oltre che incredibilmente brava, ovviamente, ma che ha saputo dimostrarsi anche un’ottima attrice. Sebbene in alcuni punti risulti piuttosto legnosa, in generale Lady Gaga ha offerto un’ottima performance, tanto nelle scene musicali quanto nella recitazione pura, con un risultato che va ben oltre le aspettative (le mie sicuramente). Per l’occasione, la cantante si mostra acqua e sapone apparendo indifesa come mai la si è vista in pubblico, e l’emozione che riesce a trasmettere con la sua interpretazione è palpabile e avvolgente, contagiosa, come nella scena del primo concerto a cui partecipa o nell’emozionante finale. I momenti canori, poi, sono qualcosa di sbalorditivo; nonostante ormai si conosca molto bene il suo talento musicale, riesce ancora a sorprendere a ogni brano della colonna sonora, quasi completamente diegetica e composta da canzoni capaci, da sole, di rendere memorabile il film.

Ma oltre al debutto di Lady Gaga come attrice cinematografica, A Star is Born segna anche, come detto, il debutto alla regia di Bradley Cooper. Ma se l’inesperienza di Gaga appare solo marginalmente, quello di Cooper è già più evidente, ed emerge soprattutto in alcuni momenti in cui la ricerca dell’emozione è fin troppo spinta, troppo forzata, paradossalmente smorzando l’intensità della scena in questione. Cooper cerca spesso come di sottolineare più volte un concetto o un’emozione già molto ben chiari, rischiando di risultare talvolta pedante; questo non vuol dire, comunque, che non ci sia della capacità nel suo lavoro, anzi. Il buon Bradley prende un canovaccio già più volte usato e lo dirige molto bene, raggiungendo il suo momento migliore nel finale con l’ultima performance di Ally e quello sguardo in camera che chiude il film con un pugno nello stomaco, segno che c’è del buono che un po’ di esperienza riuscirà a rifinire ulteriormente.

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Il problema principale di A Star is Born è però nella sceneggiatura. Sebbene sia scritta generalmente piuttosto bene, si assiste a un certo punto a uno scivolamento di prospettiva che sposta l’attenzione da Ally a Jackson in modo drammatico, rendendo la ragazza quasi una comprimaria nel suo stesso film. La presenza ingombrante di Bradley Cooper, che il film lo ha prodotto, co-scritto, diretto e interpretato, rischia spesso di mettere in ombra quello che dovrebbe essere il focus della storia, ossia la scalata al successo di una star dotata di grande talento. Quello a cui si assiste nel secondo tempo, invece, è una velocissima carrellata di successi per Ally e un approfondimento molto attento della parallela parabola discendente di Jackson, che in più momenti ruba la scena alla collega; un peccato, visto che altrimenti la chimica tra i due attori sarebbe perfetta, e i momenti in cui recitano insieme davvero molto ben riusciti.

Quindi, in generale, a me A Star is Born è piaciuto moltissimo. Non è un film perfetto, e molto spesso lascia intravedere alcune fragilità, ma le intenzioni che l’hanno portato in vita sono le migliori, e l’affetto che tutte le persone coinvolte hanno provato nei confronti del progetto palpabile, elementi sufficienti per farsi molto voler bene, come effettivamente è successo. Il film è infatti stato candidato a ben otto premi Oscar, tra cui molte delle statuette più ambite, come miglior film, miglior attore protagonista, miglior attrice protagonista e miglior sceneggiatura non originale; per sapere se effettivamente porterà a casa i premi bisognerà però aspettare la cerimonia del 24 Febbraio.

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A Star is Born (2018, USA, 135′)

Regia: Bradley Cooper

Sceneggiatura: Bradley Cooper, Will Fetters, Eric Roth

Fotografia: Matthew Libatique

Interpreti principali: Lady Gaga (Ally Campana), Bradley Cooper (Jackson Maine), Sam Elliott (Bobby Maine)

5 pensieri riguardo “Speciale Oscar 2019: A Star is Born, di Bradley Cooper

    1. Sicuramente no. A me è piaciuto molto, mi sono divertito ed emozionato, ma difficilmente potrà essere considerato materiale da Oscar e dovrà competere con avversari molto più agguerriti in tutte le categorie. Personalmente ci vedevo bene le nomination per la canzone e la colonna sonora; la prima effettivamente c’è stata, la seconda, misteriosamente, no.

  1. Bellissima recensione. Concordo con te, non è un film perfetto, ma mi è piaciuto davvero tanto. Conoscevo poco Lady Gaga, ero un po’ scettica ma mi ha stupito tantissimo. è stata perfetta nei panni di Ally e sono curiosa di vedere cosa ci riserverà in futuro.

  2. condivido molte delle cose che hai scritto: Lady Gaga se la cava egregiamente, bisogna essere onesti… di contro il film è ripetitivo e, anche per questo motivo, un po’ lungo…
    quanto alla nomination per la colonna sonora ci poteva stare, ma anche no: nel senso che le canzoni non sono tutte dello stesso livello, ce ne sono alcune davvero bellissime e calzanti (tra cui Shallow, che quasi sicuramente si porterà a casa l’Oscar nella categoria) e altre sinceramente un po’ banali (come quella che Ally canta al Saturday Night Live)…
    forse da questo deriva la mancata candidatura in una categoria in cui poteva sembrare invece scontata (almeno questa è l’idea che mi son fatto… c’è da dire, peraltro, che nella cinquina manca almeno un altro che lo avrebbe meritato, Marco Beltrami per l’OST di A Quiet Place, a mio avviso efficacissimo per il tipo di film)…
    per il resto faccio il tifo per il mitico Sam Elliott, da sempre nel cuore di ogni lebowskiano che si rispetti…

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