Al cinema: Rocketman, di Dexter Fletcher

Non credo di aver mai parlato del mio leggero daltonismo. Che non incide – almeno credo – sulla mia capacità di gustarmi sfumature e accostamenti cromatici, o di apprezzare o meno la fotografia di un film (o la fotografia in generale). Semplicemente ho qualche problema nel distinguere i colori quando sono troppo vicini, come in quei cerchi pieni di pallini in cui devi riconoscere un numero. Quei test che ti fanno dall’oculista e in cui faccio generalmente scena muta. Tutto ciò per dire che non ho preso bene la scelta della Marv Films, una delle case di produzione che ha finanziato Rocketman, di presentarsi prima dell’inizio del film con un logo ricavato da una tavola di Ishihara. Eppure la mia discromatopsia non mi ha impedito di gustarmi i coloratissimi costumi, occhiali e copricapi di Sir Elton John, protagonista di questo biopic di Dexter Fletcher.

Chiaro che il film si presti al paragone con Bohemian Rhapsody (anch’esso girato in parte da Fletcher, non accreditato), di cui quasi sicuramente non ripeterà il successo, almeno in termini economici. Da un lato è evidente come Rocketman osi sicuramente di più (direi molto di più) sotto il profilo dell’omosessualità (con una scena di amore gay abbastanza spinta) e di quello della sregolatezza della vita delle star (con abuso di droghe, alcool e quant’altro). Insomma, non siamo di fronte al biopic edulcorato di Singer, che del resto parlava di un uomo morto di AIDS (e quindi ci può anche stare che il regista non si sia lasciato prendere la mano).

Rocketman definisce sicuramente meglio – rispetto a Bohemian Rhapsodyla sinusoide della vita da rockstar, quegli alti e bassi che sembrano ineluttabili e così drammatici e folgoranti nella loro ampiezza e cadenza. Insomma, quello di Elton John è un dramma umano a tutto tondo, forse pure un tantino calcato, mentre quella di Freddie Mercury era una pseudo-agiografia sicuramente buonista e mitigata (con il rischio, a tratti, di sembrare anche un po’ banale).

Che poi il film sui Queen sia più coinvolgente e più quadrato (nonostante uno schema assolutamente simile a quello di Rocketman), è un’impressione che difficilmente mi si potrà togliere.

L’opera di Fletcher è molto variegata, stilisticamente parlando: a tratti è più musical che film musicale, con alcuni richiami la-la-landeggianti difficili da non cogliere; c’è una struttura a flashback che subito riporta all’infanzia del protagonista, con successivi salti temporali per giungere al presente narrativo (e in ciò la somiglianza con Bohemian Rhapsody è abbastanza evidente, anche da un punto di vista visivo: la corsa di Freddie per salire sul palco del Live Aid vs. la corsa di Elton John per andare in terapia, scene – in entrambi i casi – riprese nel finale).

Nel complesso, però, si tratta di una struttura disordinata, schizofrenica. Nel suo voler essere irregolare, asimmetrico, anche un po’ imprevedibile, Fletcher ha probabilmente osato troppo.

Inutile, per il resto, rimarcare l’ottima prova di Taron Egerton: indubbiamente uno degli aspetti migliori del film, insieme alle canzoni – immortali – di Elton John.

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Rocketman (2019, UK / USA, 121 min)

Regia: Dexter Fletcher

Sceneggiatura: Lee Hall

Fotografia: George Richmond

Musiche: Matthew Margeson

Interpreti principali: Taron Egerton (Elton John), Jamie Bell (Bernie Taupin), Richard Madden (John Reid), Bryce Dallas Howard (Sheila Eileen)

8 pensieri riguardo “Al cinema: Rocketman, di Dexter Fletcher

  1. Mi hai anticipato di un giorno 🙂
    Pubblicherò la mia recensione domani. Devo dire che ho amato molto questo film; sarà l’entusiasmo del momento, ma l’ho preferito a “Bohemian Rhapsody”. Taron Egerton è stato davvero bravo. Se Rami Malek ha vinto l’Oscar, per principio dovrebbero darlo anche a lui, che perlomeno ha cantato con la sua voce. Comunque, promosso a pieni voti.

    1. La candidatura credo che arriverà, anche se è ancora presto per dirlo. Poi, se così fosse, ci sarebbe la statistica a remare contro (difficile che diano il premio a due ruoli così simili a distanza di un anno)… Ad ogni modo, non si sa mai…

  2. Bellissimo film, non conoscevo (lui) la sua storia e scoprendolo ho empatizzato tantissimo! Lui in amore sfigato come non mai cmq

    Bello bello bello, ho apprezzato molto le scene di sesso e la non paura a mostrare/sessualizzare anche il corpo maschile. Un bel film che non giudica ma ti fa capire^^

      1. E secondo me hanno fatto bene, hanno filtrato le immagini da mostrare secondo il suo punto di vista e quindi è ovvio che il corpo maschile doveva essere mostrato. Anche per normalizzare verso quelli meno pronti ad accettare ciò

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