Fly Me to the Moon: tutti (o quasi) i film “sulla Luna”

Proprio nel giorno in cui si celebra il cinquantenario dell’allunaggio dell’Apollo 11, il nostro Speciale dedicato alla Luna giunge a conclusione con un articolo in cui cercheremo di rispettare la promessa fatta all’inizio di questo percorso, quella di elencare ed analizzare (anche solo brevemente) tutti (o quasi) i film “sulla Luna”.

Riepilogheremo, ovviamente, tutti i film trattati nel corso dello Speciale, ma anche quelli che erano già apparsi su L’ultimo Spettacolo in altre occasioni. Ad essi si aggiungeranno tutte (o quasi) le altre pellicole a tema lunare, dalle più conosciute a quelle introvabili e dimenticate.

L’ordine sarà tipologico-cronologico: inizialmente verranno analizzati i film a soggetto usciti per il grande schermo, nel periodo che va dal cinema degli esordi fino al 2019; seguiranno appositi capitoli dedicati ai documentari, ai mockumentary, ai film d’animazione e ai film per la televisione.

Il periodo del muto

Di La Luna a un metro (1898) abbiamo parlato nel primo post dello speciale, insieme all’altro – e decisamente più celebre – film “lunare” del pioniere del cinema Georges Méliès, Viaggio nella Luna (1902).

Del 1919 è The First Men in the Moon, diretto da Bruce Gordon e J.L.V. Leigh e basato sull’omonimo romanzo di fantascienza di H.G. Wells (che già aveva in parte ispirato Méliès).

Tra i primi esempi di cinema di fantascienza britannico, l’opera è andata perduta, rimanendone soltanto alcuni fotogrammi e una sinossi di un giornale dell’epoca, che racconta di una missione sulla Luna da parte di due uomini che viaggiano all’interno di una sfera rivestita di una sostanza capace di vincere la forza di gravità, scoperta da uno dei due (che, in buona sostanza, è il plot del romanzo di Wells).

Perduto è anche quello che viene considerato il primo film italiano di fantascienza. Un film d’animazione del 1921 che – guarda caso – è anch’esso a tema lunare: si tratta di Un viaggio nella Luna, di Gino Zaccaria.

Nel 1929 l’era del sonoro è già cominciata (Il cantante di Jazz era uscito nel 1927), ma ancora si producevano lungometraggi muti, come nel caso di Una donna sulla luna, girato da uno dei più grandi cineasti della prima metà del Novecento, Fritz Lang (quando ancora lavorava in Germania, prima di emigrare negli Stati Uniti a seguito della presa del potere dei nazisti).

Di notevole durata (due ore e mezzo nella versione originale, che superano ampiamente le tre ore nella versione restaurata uscita nel 2000), il film è tratto da un soggetto di Thea von Harbou, allora moglie di Lang. Con Una donna sulla luna i due coniugi riproposero il connubio vincente di Metropolis, uscito due anni prima.

L’ultimo film muto del grande regista tedesco racconta di un viaggio verso la Luna compiuto da sei astronauti – quattro uomini, una donna e un bambino – ed è ricordato per il rigore scientifico con cui Lang si avvicinò all’argomento, chiedendo la consulenza di due esperti di razzi per costruire i modellini e calcolare le traiettorie di volo.

E’ noto come alcune cinematografie ci misero molto più tempo per passare dal muto al sonoro. E’ il caso anche di quella russa, che nel 1936 vide uscire (prodotto dalla Mosfilm) Kosmicheskiy reys: Fantasticheskaya novella (più noto col titolo in inglese Cosmic Voyage), quello che viene ritenuto uno dei primi film capaci di rappresentare un viaggio spaziale in maniera realistica. Anche in questo caso oggetto del film è un viaggio verso la Luna, compiuto dai sovietici nel 1946 (con un’ambientazione, dunque, di dieci anni successivi all’uscita della pellicola).

Dall’avvento del sonoro all’allunaggio (quello vero)

Di un viaggio attorno alla Luna si parla anche in La vita futura, film britannico del 1936 diretto da William Cameron Menzies e prodotto da Alexander Korda, liberamente tratto dal romanzo di H. G. Wells The Shape of Things to Come. Quella di Menzies è senza dubbio una delle opere di fantascienza più importanti degli anni Trenta, forse la più importante – dopo Metropolis – se si guarda ai due decenni antecedenti la seconda guerra mondiale.

Con il capolavoro di Fritz Lang condivide anche il fatto di essere una delle opere più visionarie della fantascienza classica, prevedendo di fatto le devastazioni che sconvolsero l’Europa dal ’39 al ‘45.

Qui la Luna ha un ruolo marginale, essendo più che altro utilizzata come spunto di sceneggiatura della terza parte del film, quella ambientata negli anni Duemila, in cui si assiste ad una sorta di ribellione contro la deriva tecnologica della società del futuro.

Va detto, peraltro, che il cinema degli anni Trenta e Quaranta ha fornito davvero poco al genere della fantascienza (e ancor di meno al “cinema lunare”), e per trovare altri film che parlino del satellite terrestre bisogna passare direttamente al 1950, anno in cui esce RX-M Destinazione Luna.

Si tratta di un’opera a basso costo, diretta da Kurt Neumann e uscita in fretta e furia per approfittare della pubblicità dell’attesissimo Uomini sulla Luna, la cui distribuzione nelle sale era in ritardo. RX-M Destinazione Luna racconta le vicende di una missione spaziale diretta verso la Luna che, tuttavia, si ritrova a finire su Marte.

Lo stesso anno, dopo meno di un mese, arriva dunque nelle sale Uomini sulla Luna, diretto da Irving Pichel e prodotto da George Pal. Opera di tutt’altro budget e spessore, il film vanta uno sgargiante Technicolor ed effetti speciali di tutto rispetto, almeno per l’epoca, che gli valsero l’Oscar.

Anche in questo caso l’oggetto del film è un viaggio dalla Terra alla Luna, ispirato da due opere del grande Robert A. Heinlein, che collaborò anche alla sceneggiatura.

Dopo Uomini sulla Luna il numero dei film fantascientifici che trattano temi “lunari” cresce in maniera importante: del 1952 è I conquistatori della Luna, serial cinematografico (genere in voga in quei decenni) diretto da Fred C. Brannon, riproposto nel 1957 e poi ancora nel 1966 sotto forma di film per la tv (col titolo Retik, the Moon Menace). In questo caso la Luna è la sede di una popolazione ostile che vuole trasferirsi sulla Terra, e che verrà affrontata dal leggendario capitano Cody, che ha inventato un razzo capace di portarlo sul nostro satellite per affrontare il malvagio Retik, Signore della Luna.

Un anno dopo, nel 1953, esce Quei fantastici razzi volanti, meglio noto col titolo originale Cat-Women of the Moon. Un titolo che rivela quelle che sono le protagoniste di questa pellicola di serie B: le donne-gatto che hanno colonizzato la Luna e che vogliono imporre la loro civiltà anche sulla Terra.

Le donne sono protagoniste anche di Project Moonbase, anch’esso del 1953, film diretto da Richard Talmadge e alla cui sceneggiatura collaborò Robert A. Heinlein. Un’opera insolita, considerati i suoi propositi di realismo, resi tuttavia difficili a causa del basso budget di produzione.

Dopo l’inflazione dei primi anni Cinquanta la Luna viene accantonata per circa un lustro, quando, a partire dal 1958, si assiste ad una nuova reviviscenza di film a tema lunare: escono quell’anno Dalla Terra alla Luna, trasposizione di Byron Haskin dell’omonimo romanzo di Jules Verne, e Missili sulla Luna, sorta di remake di Cat Women of the Moon, ancor più low cost (e kitsch) del suo predecessore, tanto da essere praticamente dimenticato.

Ma il 1958 è un anno molto importante anche per il cinema italiano di fantascienza: esce infatti La morte viene dallo spazio, coproduzione italo-francese diretta da Paolo Heusch. Si tratta del primo film drammatico di fantascienza realizzato in Italia.

Nel film la Luna è la meta di un viaggio spaziale che non va per il verso giusto, causando un pericolo per la Terra rappresentato da uno sciame di meteoriti in rotta verso il nostro pianeta, in uno dei primi esempi di film catastrofici. Fotografato da Mario Bava – prima che iniziasse la sua esperienza di regista di lungometraggi horror destinati a diventare cult – il film ebbe una distribuzione internazionale assolutamente non trascurabile.

Sempre di quell’anno è il primo film italiano ambientato sulla Luna. Non poteva che trattarsi di una commedia (si era del resto agli albori del periodo d’oro della commedia all’italiana), e non poteva che vedere come protagonista il grande Totò, affiancato da un Ugo Tognazzi che doveva ancora esplodere e da una giovanissima Sandra Milo.

Diretto da Steno – che ideò il soggetto insieme a Lucio Fulci, scrivendo anche la sceneggiatura con Sandro Continenza e Ettore Scola – Totò nella Luna è una parodia delle pellicole di fantascienza che tanto andavano in quegli anni, e tratta di un viaggio sulla Luna intrapreso dai protagonisti a seguito di uno di quegli equivoci linguistici tanto cari a Totò.

Si passa al 1959 (e all’altra parte del Mondo), per un film che è a suo modo un piccolo cult: il giapponese Inferno nella stratosfera è diretto da Ishirō Honda e vede la Luna protagonista in quanto luogo in cui si sono insediati i pericolosi alieni Natal, che mirano al controllo della Terra.

Gli anni Sessanta iniziano con 12 to the Moon, opera di David Bradley uscita nel 1960 ma inedita in Italia, che immagina lo sbarco dell’uomo sulla Luna. Si tratta – anche in questo caso – di un film low cost, come la stragrande maggioranza delle pellicole di fantascienza di quegli anni.

Il titolo dell’altro film del 1960 a tema lunare ci chiarisce – se mai ce ne fosse bisogno – qual era uno dei temi che più affascinavano l’uomo in quegli anni, ben prima che il presidente John Fitzgerald Kennedy annunciasse al mondo il progetto americano di raggiungere il nostro satellite. Il primo uomo sulla Luna è diretto da Basil Dearden, prolifico (ma dimenticato) regista britannico.

Del 1964 è Base Luna chiama Terra (First Men in the Moon) opera diretta da Nathan Juran e basata (anche in questo caso) sul romanzo I primi uomini sulla Luna di H. G. Wells.

Interessante il modo in cui la sceneggiatura viene raccordata al libro dello scrittore britannico: la prima spedizione sulla Luna degli anni sessanta trova sul satellite una bandiera britannica. Si scopre così che un terzetto di persone è già stato sulla Luna sul finire dell’Ottocento, grazie ad una sostanza inventata da uno dei tre, in grado di annullare la gravità (e qui ci si ricollega alla narrazione wellsiana).

Il filone parodistico italiano continua nel 1965 con 002 operazione Luna, film di Lucio Fulci (che prima di diventare il “Godfather of Gore” girava pellicole di questo tipo) con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. La fantascienza si fonde con la spy story, in un’opera che mescola i temi della corsa allo spazio e della Guerra Fredda. Il duo comico è impiegato nel duplice ruolo di due astronauti sovietici e di due ladruncoli siciliani rapiti dai servizi segreti russi per sostituire i primi dopo un incidente nello spazio.

Arriviamo al 1967, con un’opera poco conosciuta, forse anche a causa dei diversi alias con cui viene identificata, che confondono non poco le idee: Jules Verne’s Rocket to the Moon, Those Fantastic Flying Fools, Journey That Shook the World, Blast Off, P.T. Barnum’s Rocket to the Moon. Nel nostro Paese è conosciuto come Quei fantastici pazzi volanti, titolo che a sua volta si confonde con quello italianizzato del citato Cat-Women of the Moon, aumentando ulteriormente il caos (e infatti pure siti come MyMovies fanno confusione, riportando la locandina di quest’ultimo nella scheda del primo).

Giungiamo al 1968, anno clou per il cinema di fantascienza. Ad inizio anno esce Conto alla rovescia, di cui abbiamo parlato diffusamente qui, spiegando le ragioni che contribuirono a farlo cadere nell’oblio.

Ma il 1968 è soprattutto l’anno di 2001: Odissea nello spazio, in cui la Luna ha un ruolo fondamentale nell’intreccio, dato che ospita il primo dei monoliti scoperti dall’uomo moderno (nel cratere Tycho).

Abbiamo parlato diffusamente del capolavoro di Stanley Kubrick qui, in occasione della nostra top 20 dei film di fantascienza.

Dall’allunaggio (quello vero) agli anni Novanta

Siamo dunque arrivati al 20 luglio del 1969 e all’Apollo 11, che si posa – tramite il modulo lunare Eagle – sul Mare della Tranquillità, dando a Neil Armstrong l’onore di essere il primo uomo a calpestare il satellite terrestre.

Inutile dire che dopo aver visto l’impresa originale l’interesse del pubblico per i film a tema lunare cala drasticamente (interesse che, in realtà, si riduce anche per le stesse missioni lunari, in modo via via crescente, fino alla cancellazione del programma Apollo, già nel 1972).

Eppure sul finire del 1969 ci fu spazio per un nuovo lungometraggio ambientato sulla Luna, presentato come il primo “Moon Western”, con indubbia suggestione.

Diretto da Roy Ward Baker, Luna Zero Due passò abbastanza in sordina, nonostante la trama deviasse dal consueto schema del viaggio verso la Luna, provando ad immaginare un futuro in cui la stessa stava per essere colonizzata, proprio come nel caso del selvaggio West.

Ma il panorama dei film ambientati sulla Luna era destinato necessariamente a desolarsi dopo le missioni Apollo e la successiva cancellazione del programma.

Passano infatti quasi dieci anni da Luna Zero Due prima di avere sul grande schermo un nuovo lungometraggio a soggetto che affronta temi lunari: si tratta di Capricorn One (1978), di cui abbiamo parlato diffusamente nei giorni scorsi. Interessante notare, soprattutto, come la Luna passi dall’essere teatro di film di fantascienza a oggetto di opere complottiste, come abbiamo rilevato qui.

Nel 1979 esce Il pianeta ribelle, che dal suo titolo originale (H. G. Wells’ The Shape of Things to Come) denuncia la sua derivazione dal romanzo dell’autore britannico (da cui nel 1936 era già stato tratto il sopra citato La vita futura). Il film (canadese) di George McCowan ha tuttavia poco a che spartire con il libro di Wells, essendo più che altro una sorta di sequel autonomo ad esso ispirato, ambientato in un futuro in cui l’umanità si è dovuta trasferire sulla Luna.

Un altro salto quasi decennale conduce sul finire degli anni Ottanta. Donne amazzoni sulla Luna esce nel 1987 ed è diretto da vari registi, alcuni dei quali già allora celebrati: Joe Dante, Carl Gottlieb, Peter Horton, Robert K. Weiss e John Landis. Si tratta di una commedia fantascientifica che racconta di una spedizione sulla Luna che si imbatte in donne dotate di poteri paranormali, che generano situazioni divertenti ed equivoche.

Anche Le avventure del Barone di Munchausen (1988) ha delle sequenze (assolutamente memorabili) ambientate su una Luna rappresentata in un modo del tutto particolare. Abbiamo parlato del film qui, all’interno dello speciale Quell’assurda decina, in cui abbiamo analizzato dieci film surreali, grotteschi, bizzarri.

Del 1989 è Moontrap – Destinazione Terra, film di Robert Dyke in cui fantascienza e horror si mescolano sapientemente in quella che negli anni Ottanta era uno schema abbastanza diffuso.

Si giunge alla metà degli anni Novanta con Apollo 13 (1995), che non poteva mancare tra i film affrontati in maniera dettagliata nel nostro speciale (ne abbiamo parlato qui).

L’anno dopo (1996) arriva nelle sale 2049 – L’ultima frontiera, opera di fantascienza ambientata in una Luna futuristica abitata dall’uomo. Un film pressoché dimenticato e che può destare un po’ di interesse soltanto nei fan di Rutger Hauer, protagonista della pellicola.

La Luna al cinema negli anni 2000

Il primo film “lunare” degli anni Duemila è un’opera australiana diretta da Rob Sitch, con l’onnipresente Sam Neill nei panni del protagonista: The Dish (2000) racconta le vicende del radiotelescopio di Parkes (cittadina australiana del New South Wales) impiegato dalla NASA per le missioni Apollo e, in particolare, per la ricezione delle trasmissioni in diretta della passeggiata sulla Luna di Armstrong e Aldrin.

Nel 2002 Eddie Murphy ci porta sulla Luna colonizzata dell’anno 2087 in Pluto Nash, film tristemente famoso per essere una delle peggiori delusioni di quel decennio, avendo registrato incassi irrisori se paragonati al consistente budget di spesa di circa 100 milioni di dollari.

Uno dei film contemporanei più conosciuti ambientato sulla Luna è invece Moon, del 2009. Ne abbiamo parlato diffusamente in uno dei precedenti capitoli dello Speciale e precisamente qui.

I primi anni del secondo decennio del III millennio vedono uscire una coppia di pellicole in cui la Luna è usata come ambientazione di trame fantastiche: sia Transformers 3 (2011) che Men in Black 3 (2012) utilizzano l’allunaggio del 1969 come elemento dell’intreccio, ma usano anche -in generale- la Luna come ambientazione di alcune scene importanti.

Curioso invece l’espediente usato in Iron Sky (2012), produzione internazionale (tedesca – finlandese – australiana) ispirata alla leggenda degli UFO nazisti. Il film di Timo Vuorensola, con il celebre attore tedesco Udo Kier, racconta le vicende di un gruppo di nazisti fuggiti dalla Germania dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale ed approdati sulla Luna, da cui decidono di far partire la loro rivincita e i loro piani di conquista della Terra. Una commedia fantascientifica interessante, ma che brucia abbastanza in fretta le buone idee del soggetto.

Del 2013 è Oblivion, film di fantascienza con Tom Cruise che, pur non trattando espressamente del satellite terrestre, lascia alla Luna un ruolo di primo piano nell’intreccio, essendo stata la sua distruzione da parte degli alieni la causa dell’abbandono della Terra, contaminata dalle radiazioni e stravolta dai fenomeni meteorologici.

Lo stesso anno esce il decisamente meno celebre Stranded, opera canadese (non distribuita in Italia) ambientata in una base mineraria lunare e con Christian Slater nei panni del protagonista.

Nel 2015 anche la Francia dice la sua con Moonwalkers, commedia incentrata sulle teorie cospirative, diretta da Antoine Bardou-Jacquet e con Ron Perlman e Rupert Grint.

Giungiamo all’anno scorso, il 2018, per due opere molto diverse tra loro, ma che vedono entrambe la Luna protagonista: si tratta di First Man – Il primo uomo, biopic su Neil Armstrong di cui abbiamo parlato diffusamente qui, e L’uomo che comprò la Luna, interessante opera italiana (rectius, sarda) della quale ci siamo occupati in uno dei precedenti capitoli dello speciale.

I documentari

Chiuso il discorso relativo ai film a soggetto, sembra opportuno proporre anche una veloce carrellata dei più celebri documentari che hanno parlato della Luna, anche perché sarà proprio un documentario a celebrare i cinquant’anni dal primo allunaggio, un’opera che uscirà nelle sale italiane a settembre.

Il primo documentario sull’allunaggio dell’Apollo 11 fu Moonwalk One, completato in quello stesso 1969. Eppure, tanto grande era stata l’abbuffata di immagini lunari da parte degli spettatori di tutto il mondo, che il documentario non riscosse l’interesse sperato, venendo bocciato dai distributori. Fu così presentato al Festival di Cannes soltanto nel 1971, dove ottenne anche un riconoscimento speciale. L’opera è riapparsa nel 2009 in uno speciale “Director’s Cut”.

Per celebrare i dieci anni dall’allunaggio, nel 1979 viene prodotto su richiesta della NASA The Space Movie, diretto da Tony Palmer e uscito nel 1980 (dunque un po’ in ritardo rispetto al decennale).

Del 1989 è For All Mankind, titolo che richiama parte della celeberrima frase pronunciata da Neil Armstrong quando pose piede sulla Luna in quel fatidico 20 luglio del 1969. L’opera vede la partecipazione (vocale) di protagonisti delle missioni Apollo quali Michael Collins, Jim Lovell, Eugene Cernan.

Nel 1996 arriva sulle tv americane Apollo 11, docufiction confezionata in fretta e furia da The Family Channel dopo il successo cinematografico di Apollo 13.

Magnificent Desolation: Walking on the Moon 3D è un documentario del 2005 (uscito in formato IMAX 3D) che racconta le storie dei dodici astronauti che calpestarono il suolo lunare negli anni delle missioni Apollo. Alla scrittura della sceneggiatura e alla produzione ha partecipato Tom Hanks, che ha prestato anche la voce di narratore a questa pellicola il cui titolo deriva dal celebre dialogo tra Armstrong e Aldrin sul suolo lunare:

Aldrin: Beautiful view!

Armstrong: Isn’t that something! Magnificent sight out here.

Aldrin: Magnificent desolation.

The Wonder of It All è un documentario del 2007 in cui vengono intervistati sette dei dodici astronauti che hanno messo piede sul suolo lunare.

In the Shadow of the Moon è un film-documentario britannico del 2007 diretto da David Sington e Christopher Riley, incentrato sul Programma Apollo.

Dello stesso team che realizzò In the Shadow of the Moon è Moon Machines miniserie documentaristica che affronta il tema delle sfide ingegneristiche alla base del programma Apollo. E’ stato realizzato nel 2008, in associazione con la NASA, per celebrare i cinquant’anni dell’Agenzia spaziale americana.

Sempre del 2008 è When We Left Earth: The NASA Missions, miniserie di Discovery Channel che racconta – in sei episodi – l’intera avventura spaziale americana, incentrandosi in particolare sulle missioni lunari.

Cambiando prospettiva – e passando dunque al ruolo che la Luna ha nei confronti del nostro pianeta in quanto corpo celeste – va citato il documentario Do We Really Need the Moon? (2011), che rivela quanto (e come) sarebbe diversa la Terra se la Luna non fosse esattamente nel posto in cui si trova.

Un’altra opera di cui abbiamo già parlato su queste pagine è il documentario del 2014 The Last Man on the Moon, che racconta la Luna da una prospettiva insolita, quella dell’ultimo uomo che vi ha messo piede, nel lontano 1972. Ne abbiamo parlato dettagliatamente qui.

Nel 2017 esce infine Mission Control, gli eroi sconosciuti dell’Apollo, film incentrato sul ruolo del centro di comando di Houston e degli uomini che, lavorando dietro le quinte, hanno decretato il successo del programma spaziale americano.

Il prossimo documentario sarà dunque, come anticipato, Apollo 11, in uscita nelle sale della penisola il 9 settembre 2019.

I “documentari” che espongono la teoria del complotto

Oltre ai documentari che parlano della Luna o del Programma Apollo vi sono una serie di documentari (spesso opera di filmmaker indipendenti) che abbracciano la cosiddetta teoria della Moon Hoax, quella secondo la quale l’allunaggio del 1969 (e quelli successivi) furono dei veri e propri falsi orchestrati dalla NASA per vincere (imbrogliando) la corsa allo spazio che opponeva gli Stati Uniti all’Unione Sovietica:

A Funny Thing Happened on the Way to the Moon (2001), di Bart Sibrel

Conspiracy Theory: Did We Land on the Moon? (2001), di John Moffet

Astronauts Gone Wild: Investigation Into the Authenticity of the Moon Landings (2004), di Bart Sibrel

I mockumentary

Anche i mockumentary a tema lunare si concentrano principalmente sulla teoria del complotto, la Moon Hoax. Tra di essi abbiamo:

Dark Side of the Moon (2002), di William Karel, una produzione francese e

Operazione Avalanche (2016), di Matt Johnson,

entrambi incentrati sulla teoria secondo la quale l’allunaggio del 1969 sarebbe un fake predisposto dalla NASA e affidato alla regia di Stanley Kubrick.

Il primo è un film tv proposto per un canale franco-tedesco e che ha avuto successivamente una distribuzione in home video.

Il secondo è stato presentato al Sundance e palesa tutti i limiti dell’opera giovanile ambiziosa ma spesso inconcludente.

Ma vi è almeno un altro mockumentary a tema lunare, che utilizza la tecnica del found footage: si tratta di Apollo 18, film del 2011 che trasforma la prima delle missioni Apollo (apparentemente) cancellate nell’occasione per imbastire un horror thriller originale – se non per il soggetto – quanto meno per il suo collegamento con la storia delle esplorazioni spaziali.

I film d’animazione

Vi sono vari film d’animazione in cui la Luna ha un ruolo significativo. Difficile riuscire a citarli tutti tenendo conto anche della presenza di vari corti. Possono essere ricordati, tra i più recenti:

Fly Me to the Moon, produzione belga-statunitense del 2008, distribuita un po’ ovunque fuorché nel nostro Paese e che racconta la storia di tre mosche nascostesi a bordo dell’Apollo 11;

La storia della principessa splendente (2013), del celebrato Studio Ghibli, di cui abbiamo parlato giusto qualche giorno fa (qui);

Mike sulla Luna, opera spagnola del 2015, dedicata ai più piccoli ma che risulta piacevole anche per un pubblico adulto, considerato il forte messaggio ecologista;

Mune – Il guardiano della luna, film d’animazione francese del 2015, con protagonista l’omonimo fauno blu.

Tra i corti non si può non citare Una fantastica gita, film d’animazione del 1989 con protagonisti Wallace e Gromit, che si avventurano su una Luna costituita interamente di formaggio.

I film (e le serie) per la televisione

Non sono usciti sul grande schermo e non sono arrivati in Italia, almeno ufficialmente.

Sono i molti film tv usciti nel corso degli anni (principalmente negli Stati Uniti, in Canada e in Gran Bretagna) e che hanno affrontato temi lunari. Li elenchiamo per completezza di informazione, ben consapevoli di come sia difficile recuperarli:

nel 1971 furono portati al cinema tre episodi della serie tv britannica UFO, montati tra loro in modo da avere una storia più fluida possibile: UFO – Distruggete Base Luna è dunque un prodotto ibrido (tra serie tv e film per il grande schermo) nato più che altro grazie al successo che la serie stava avendo in alcuni Paesi (tra cui l’Italia) e per far gustare agli spettatori, che avevano ancora le tv in bianco e nero, alcuni episodi della loro serie preferita, ma a colori;

nel 1974 esce per la tv americana Houston, We’ve Got a Problem, opera che racconta le vicende dell’Apollo 13;

del 1975 è Stowaway to the Moon, che narra di un ragazzo che riesce a nascondersi in un modulo Apollo diretto verso la Luna;

del 1989 è Assassinio sulla Luna, film per la televisione diretto da Michael Lindsay-Hogg con Brigitte Nielsen e Julian Sands. Un’opera a metà tra thriller spionistico e poliziesco, ambientato in un futuro in cui la Luna è abitata dagli uomini ed è, soprattutto, teatro di un misterioso omicidio;

From the Earth to the Moon è una miniserie HBO in 12 episodi prodotta, tra gli altri, da Ron Howard e Tom Hanks (reduci dal successo di Apollo 13) e mandata in onda nel 1998. Racconta la storia del Programma Apollo negli anni Sessanta e nei primi anni Settanta, in forma di docufiction;

Moonshot, film tv britannico del 2009 che descrive i retroscena e tutta la storia dell’Apollo 11, fino all’allunaggio del 20 luglio 1969.

***

Questi sono – come promesso – tutti (o quasi) i film “sulla Luna”.

La maggior parte di essi può sembrare roba irreperibile, ma è invece sorprendente come diversi dei film sopra riportati possano essere trovati su piattaforme come Netflix e Amazon Prime Video, oppure addirittura su Youtube.

Invitiamo chiunque trovi delle inesattezze o delle mancanze a rappresentarcele nei commenti, ribadendo che sono stati presi in considerazione soltanto i film in cui la Luna abbia una certa importanza all’interno della trama, o quelli che sono ambientati sul nostro satellite.

Non sono stati considerati (anche perché sennò non si finiva più) i film in cui la Luna è un mero fattore scatenante (come nel caso dei film di lupi mannari e licantropi) o quelli che riportano inquadrature -anche celeberrime- del nostro satellite (come nel caso di E.T. – L’extraterrestre), o che si limitano a citarla, magari anche nel titolo.

***

Dopo questo lungo viaggio tra i film “sulla Luna” perché non concedersi una digressione multidisciplinare?

Qui un articolo tratto dal blog Matavitatau dedicato ai rapporti tra Luna e musica colta.

Qui invece il primo capitolo di uno speciale del blog Cose Preziose che mette in relazione la Luna e alcuni celebri brani di musica leggera.

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18 pensieri riguardo “Fly Me to the Moon: tutti (o quasi) i film “sulla Luna”

  1. bravi! grande panoramica!
    consapevole che non si possano elencare tutti, mi permetto solo di citare in aggiunta un corto Pixar del 2011, “La luna”, firmato dall’italiano Enrico Casarosa, nominato anche all’Oscar.

    ancora complimenti.

  2. Oblivion è a mio giudizio il migliore tra tutti i film che hai nominato. A metà della storia spara in faccia allo spettatore un colpo di scena clamoroso, che ribalta tutto ciò che aveva creduto fino a quel momento: adoro quando un film riesce a farti restare a bocca aperta con una trovata totalmente imprevedibile, quindi ne rimasi estasiato.
    Un altro film con un colpo di scena che ribalta tutto è Serenity, uscito al cinema giusto 2 giorni fa: l’hai visto?

    1. Non ancora. Vero che di film con il colpo di scena clamoroso ce ne sono sempre di più, l’importante è che non si forzi troppo la mano, mandando all’aria la sceneggiatura…

      1. I primi che mi vengono in mente: The Prestige, Il sesto senso, Shutter Island…

  3. Grande articolo, link e pingback molto interessanti 🙂
    Mi stuzzica quel film sui nazisti allunati (ed alienati…).
    E che dire dell’ipotesi-necessità per gli esseri umani di trasferirsi a tempo indeterminato sul satellite, causa devastazione climatica della Terra? Più futuristico di così, se more.

    1. Non fosse che la Luna è messa peggio della terra, effettivamente😉
      A parte le battute, non passerà molto tempo ancora prima che il problema della devastazione ambientale della Terra passerà da essere un’ipotesi di fantascienza a una realtà concreta…
      Lo è già adesso, in realtà, ma c’è chi fa finta di non vedere…

  4. Se non rompo non sono felice… Mi spiace sia stato escluso il corto d’animazione “A Grand Day Out” con Wallace e Gromit, che personalmente adoro! Ma gran lavoro, complimenti alla redazione!

Commenti

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