Parlare di migliori film di sempre o di migliori film della storia del cinema può sembrare un tentativo artificioso di oggettivare ciò che invece è relativo, introducendolo peraltro in un meccanismo da sempre controverso quale quello della classifica.
Eppure, ciò che è relativo può essere giudicato secondo parametri oggettivi da coloro che detengono una conoscenza tale da potersi permettere di esprimere giudizi di valore (tecnico ed estetico), come ad esempio i critici più autorevoli.
È quello che la prestigiosa rivista cinematografica britannica Sight & Sound (nata nel 1932 e pubblicata dal British Film Institute) tenta di fare dal 1952, con una classifica che viene rivista ogni dieci anni.
La classifica si basa sugli esiti di un sondaggio che si tiene – per l’appunto ogni dieci anni – tra i più autorevoli critici cinematografici di tutto il mondo.
Quando si sente parlare di Quarto Potere come il miglior film della storia del cinema, è a questa classifica che, generalmente, si fa riferimento, avendo il capolavoro di Orson Welles dominato per cinque decenni consecutivi la top ten di Sight & Sound (ma, come vedremo, è stato scalzato nel 2012 da un altro film).
Dal 1992 alla lista compilata attraverso il sondaggio effettuato tra i critici se ne è affiancata una derivante dai voti espressi da alcuni tra i più importanti registi cinematografici mondiali.
Nel 2012, ad esempio, hanno partecipato, tra gli altri, Woody Allen, Quentin Tarantino, i fratelli Dardenne, Guillermo del Toro, Martin Scorsese, Olivier Assayas, Michael Mann, Francis Ford Coppola, Mike Leigh, Aki Kaurismäki…
Ma quanto è autorevole e/o attendibile questa classifica?
Il grande Roger Ebert l’ha definita “by far the most respected of the countless polls of great movies – the only one most serious movie people take seriously” (di gran lunga, la più rispettata tra le innumerevoli classifiche di grandi film – la più seria tra quelle che la gente di cinema prende sul serio). E lo è, principalmente, grazie alla professionalità conclamata di chi esprime i voti, nonché per la loro provenienza globale.
Tutto ciò premesso, andiamo a scoprire le varie top ten, partendo dalla prima in ordine di apparizione:
La classifica del 1952
Nel 1952 furono interrogati 85 critici di dieci diversi Paesi (Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Italia, Germania, Danimarca, Svezia, Belgio, Cecoslovacchia e Jugoslavia), chiedendo loro quali fossero i dieci migliori film di tutti i tempi. Risposero in 63, molti dei quali dando atto della difficoltà o addirittura della stupidità di una simile scelta. Ma la rivista riuscì comunque a cavarne una top ten, che tuttavia contiene dodici film essendoci tre ex aequo al decimo posto.
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10. ex aequo: La regola del gioco (1939) di Jean Renoir
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10. ex aequo: Il milione (1931) di René Clair
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10. ex aequo: Breve incontro (1945) di David Lean
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7. ex aequo: Rapacità (1924) di Eric von Stroheim
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7. ex aequo: Alba tragica (1939) di Marcel Carné
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7. ex aequo: La passione di Giovanna d’Arco (1928) di Carl Theodor Dreyer
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5. ex aequo: Intolerance (1916) di David Wark Griffith
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5. ex aequo: Louisiana Story (1948) di Robert J. Flaherty
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4. La corazzata Potëmkin (1925) di Sergej M. Ėjzenštejn
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2. ex aequo: Luci della città (1931) di Charlie Chaplin
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2. ex aequo: La febbre dell’oro (1925) di Charlie Chaplin
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1. Ladri di biciclette (1948) di Vittorio De Sica
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Il neorealismo, dunque, aveva fatto breccia tra i critici di tutto il mondo e Ladri di biciclette veniva eletto quale più alto esempio di questa nuova corrente cinematografica capace di portare una ventata di freschezza negli arrugginiti meccanismi del cinema classico, tanto da dominare la classifica delle preferenze espresse dai critici.
Si trattava dell’unico titolo italiano della top ten, in cui si registrava, per il resto, una presenza marcata del cinema americano e francese. Unico regista presente nella top ten con due film era Charlie Chaplin, con Luci della città e La febbre dell’oro, entrambi al secondo posto ex aequo.
Interessante notare che, subito fuori dalla top ten, si posizionava il film che dall’edizione successiva (1962) avrebbe iniziato a dominare incontrastato la classifica, per ben cinquant’anni. Si tratta, come già anticipato, di Quarto potere, di Orson Welles, che occupava la tredicesima posizione, a pari merito con La grande illusione di Jean Renoir e Furore di John Ford.
*** CONTINUA ***
Da feticista di liste e classifiche, bella idea! Per di più questa mi ha colto in più punti di sorpresa.
Sulle controversie circa simili operazioni: è talmente ma talmente ovvio che ogni giudizio è in divenire, che l’arte non ha parametri oggettivi che … Perchè cercare la presunta oggettività? Le classifiche son la fotografia di chi le pensa, non della verità, ed è così che me le godo! 😀
Kalos
lo spirito giusto è quello!
visto che ti piacciono le classifiche, allora ‘stay tuned’ perché è solo il primo capitolo di una lunga serie di post quotidiani da qui a fine maggio…
Che bella idea questo post, mi piace moltissimo! Sono contenta che nella classifica ci siano proprio i due film di Chaplin che preferisco.
bene! continuerà nei prossimi giorni…
ce n’era anche un terzo di Chaplin, Monsieur Verdoux, che si è piazzato di poco fuori dalla top ten…
Molto interessante!
già! la ‘vertigine della classifica’ ce l’abbiamo in molti, anche se tendiamo a sottostimarle…
ma quando sono autorevoli è giusto dare loro rilievo…
nei prossimi giorni il seguito..
Chaplin aveva sbancato ma… lode all’Italia.
Ovviamente, è una classifica coi gusti dell’epoca e non poteva che essere altrimenti.
Difficile poter pensare di stilare classifiche totali…
Moz-
sì, vero.
e come si vedrà nei prossimi giorni, con il passare dei decenni i giudizi sono cambiati…
Queste graduatorie sono dominate dalla soggettività.
Sarebbe molto onesto dire “questi sono i film che sono piaciuti di più a una giuria rispettabile”
Quanto al 1° posto per LADRI DI BICICLETTE chissà come s’è incazzato Andreotti (dovunque egli si trovi al momento)
la tua definizione mi sembra corretta…
quanto a Ladri di biciclette, è bello sapere che un tempo il cinema italiano era ritenuto ai vertici mondiali… checché pensasse Andreotti di questo e altri film simili…
Ma il divo Giulio non si era incazzato per Umberto D?
Forse s’incazzava un po’ per tutto… [esprimo allergia ai democristiani]
sì ufficialmente Umberto D., che però fu un po’ la proverbiale ‘goccia che fa traboccare il vaso’
Andreotti ce l’aveva un po’ con tutti i neorealisti e, in generale, con tutto ciò che non poteva controllare e irretire
sarebbe bello vedere i documentari che fece Sanguineti su Andreotti e il cinema
Mi sento meno scema del solito, visto che Ladri di biciclette è uno dei film che mi ha fatta innamorare del Cinema 😀
credo che tu sia in buona e nutrita compagnia! 🙂
Li ho visti quasi tutti, anche se non sempre integralmente. Bella classifica senza dubbio!