Al cinema: Dune, di Denis Villeneuve

Da appassionato di cinema e di letteratura di fantascienza non potevo non andare a vedere Dune. Anche solo per rendermi conto se questa volta produzione e regia fossero riusciti a trasportare in modo adeguato sul grande schermo quello che è un libro molto complesso, un’opera che non racconta una semplice storia ma descrive una civiltà. Un capolavoro del genere fantascientifico, opera prima di una epopea letteraria.

Insomma, più che una analisi dell’opera filmica, piuttosto la sua capacità di aver saputo intercettare e riprodurre lo spirito del libro, concepito nei favolosi anni Sessanta, ricchi di fermenti culturali. Dato che l’ho scritta di getto, il giorno dopo la visione del film, questa recensione è un pò “davinottata”, istintiva e corta, ma spero che risulti ugualmente interessante.

Scenografia, costumi e molto altro.

Dune con i suoi deserti, i mostruosi vermi, il gigantesco palazzo degli Harkonnen, i Fremen con i loro rituali sanguinosi e le tute necessarie per vivere in un ambiente ostile, le astronavi e i mezzi per raccogliere la spezia. Insomma, la ricostruzione di un mondo estremo molto affascinante, grazie anche a una CGI davvero realistica. A titolo di esempio, la residenza degli Harkonnen/Atreides (simile a quella presente in alcune illustrazioni di copertina del libro) sembra esistere per davvero, ha una sua materialità che solo la consapevolezza di assistere alla proiezione di un film può spezzare. Complice anche la colonna sonora, l’ambientazione del libro, un’opera che appartiene al sottogenere della New Wave viene realizzata molto bene.

Sceneggiatura

Non era facile raccontare, ricorrendo alle immagini, una narrazione così complessa come quella di Dune, ricordiamoci che si tratta di un libro dove viene descritto in modo accurato una civiltà aliena, ma la sceneggiatura riesce a rendere abbastanza bene la storia. A contribuire al successo del film provvede la durata dell’opera, circa due ore e mezza, e il fatto che si “limita” a raccontare grosso modo la prima metà del libro seppure con un diverso ritmo narrativo. Un po’ lenta la prima parte, dall’inizio del film grossomodo fino all’arrivo degli Atreides sul pianeta, più veloce la seconda, che vede i protagonisti affrontare i problemi legati a un mondo radicalmente nuovo.

Attori

Qui vengono le note dolenti. A parte un Oscar Isaac perfetto nella parte del duca Leto Atreides, gli attori principali non sembrano perfettamente adatti al ruolo che devono interpretare. Troppo gracile (in tutti i sensi) Timothée Chalamet nella parte di Paul Atreides; troppo sottotono Rebecca Ferguson per essere la concubina del Duca, ci si sarebbe aspettati una donna più affascinante, sensuale; troppo cupo Stellan Skarsgård per interpretare il barone Vladimir Harkonnen, un uomo sì malvagio ma che si sa godere la vita, non passa il suo tempo soltanto a mangiare. Va molto meglio con i personaggi secondari (accade spesso), come ad esempio Dave Bautista, che incarna in tutti i sensi Glossu “Bestia” Rabban Harkonnen, il nipote ottuso e più che crudele del barone.

In conclusione…

Dune è un buon film, ma non convince fino in fondo. In parte perché la sceneggiatura è così complessa che alcuni punti possono risultare di non facile comprensione a chi non ha letto il libro, in grado di cogliere certe sfumature, in parte perché, come detto, alcuni attori non sembrano ancora ben calati nello spirito del personaggio. Per dirla con una battuta: bene ma non benissimo. Toccherà al sequel il difficile compito di far diventare questa versione cinematografica di Dune un capolavoro.

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Dune (USA, Ungheria, Canada, 2021, 155’)

Regia: Denis Villeneuve

Sceneggiatura: Eric Roth, Denis Villeneuve, Jon Spaihts

Fotografia: Greig Fraser

Musiche: Hans Zimmer

Interpreti principali: Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Josh Brolin, Stellan Skarsgård, Charlotte Rampling, Dave Bautista

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2 pensieri riguardo “Al cinema: Dune, di Denis Villeneuve

  1. Ho visto il film con mio fratello, che non ha letto il libro, per cui confermo i problemi della sceneggiatura nello spiegare tutto il mondo del film: è vero che nonostante la durata esporre tutta la caratterizzazione dell’universo di Dune sarebbe stato impossibile, però perfino lui si è accorto che alcune cose erano state omesse, come i Mentat, per dirne una, che non sono mai nemmeno nominati in questo modo.
    Sul cast, l’unica obiezione che ho è sull’aspetto fisico di Paul: nel libro impressiona i Fremen per la quantità d’acqua che ha nel corpo, e Timothée Chalamet appare forse troppo macilento fin dall’inizio per un personaggio che, secondo me, avrebbe dovuto avere “più massa” in un certo senso, eventualmente da perdere nel deserto.

    1. Si, mi sono dimenticato di far notare come non spieghino che siano i Mentat, in compenso si vedono delle persone che hanno prodigiose capacità di calcolo. Per quanto riguarda il protagonista…troppo esilino.

Commenti

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