Al cinema: Animali Fantastici – I Segreti di Silente, di David Yates

C’era del dubbio, nella mia testa, se andare a vedere Animali Fantastici – I Segreti di Silente, e per diverso tempo sono stato più indirizzato verso il no: a me I Crimini di Grindelwald, nonostante le evidenti assurdità di trama, non aveva fatto schifo come a tutto il mondo, ma le notizie sempre meno allettanti sulla difficilissima produzione del terzo capitolo avevano smorzato anche quello che restava del mio fioco entusiasmo, e ormai non mi aspettavo altro che un fallimento. Poi, di punto in bianco, mi hanno chiesto di andare al cinema il giorno di Pasqua e ho pensato “ma sì, dai, vediamo cosa ne è venuto fuori”. Quello che ne è venuto fuori è un film che passa due ore e mezza a cercare di mettere pezze su tutto quello che ha combinato il capitolo precedente: qualcosa viene salvato, qualcosa no, qualcosa te lo fai andare bene, qualcos’altro rimane monco, e alla fine ci si appiccica un bel finale posticcio nell’eventualità – piuttosto concreta, in realtà – di un boicottaggio e di un nuovo flop. 

Il film inizia… in un momento imprecisato dopo il precedente (la cronologia degli avvenimenti è particolarmente traballante, e non mi inoltrerò oltre in questo argomento). Newt (Eddie Redmayne) è in Cina a recuperare un cucciolo di qilin appena nato, ma sulle tracce dell’animale sono anche i seguaci di Grindelwald (Mads Mikkelsen); molto convenientemente di cuccioli ne nascono due, così uno per uno e sono tutti contenti. Grindelwald vuole il qilin perché si tratta di una bestia magica dalle caratteristiche molto particolari: non solo è in grado di vedere il futuro, ma sa anche percepire la purezza di un cuore e istintivamente si inchina di fronte alla persona che ne è dotata. Tutto questo gioca un ruolo fondamentale nell’imminente elezione del Capo Supremo della Confederazione Internazionale dei Maghi, carica per il quale Grindelwald, appena assolto dalle accuse che lo macchiavano, decide di candidarsi; a ostacolarlo c’è ovviamente Silente (Jude Law), con una piccola squadra di malassortiti eroi riluttanti. 

Il riassunto che ho fatto sembra molto caotico ma in parte questo è dovuto al fatto che anche Animali Fantastici – I Segreti di Silente lo è, e qui secondo me le coscienze si dividono tra chi si vuole godere l’avventura, la magia, i momenti comici e gli effetti speciali (legittimo) e chi cerca invece una logica nel racconto che ti viene proposto: se sei tra questi, ti avviso subito che la trama del film non solo non ha alcun senso presa singolarmente, ma non ne dà nemmeno ai capitoli precedenti. Alla luce del terzo capitolo la saga di Animali Fantastici si dimostra essere un progetto quantomai traballante, approssimativo, con una storia che riesce a essere esile e ingarbugliatissima al tempo stesso e un sacco di linee di trama che non portano da nessuna parte. Questo soprattutto lascia l’amaro in bocca, il constatare quanto inutile e innecessario sia stato gran parte di ciò che Animali Fantastici ha raccontato fino a questo momento. 

Prendiamo per esempio Aurelius Silente (Ezra Miller), la grande rivelazione del capitolo precedente: dopo la conclusione di I Segreti di Silente risulta evidente che si tratta di un personaggio che non serve a nulla! Tutti lo cercavano, sembrava che le corti del mondo dipendessero da lui ma in fin dei conti non ha fatto nulla di rilevante; neppure Grindelwald, che lo ha cercato, manipolato e lusingato per averlo dalla sua parte, adesso sembra non sapere bene cosa farsene di lui e lo usa per le missioni standard come recuperare il qiling. L’unica missione veramente importante che Aurelius sembra avere è quella di uccidere Silente, però non solo sappiamo benissimo che questo non accadrà, smorzando sul nascere qualsiasi tensione, ma il blando tentativo che mette in atto è quanto di più fiacco si potesse progettare. Insomma, il vero segreto di Animali Fantastici – I Segreti di Silente è che abbiamo seguito per tre film un personaggio del tutto superfluo che, a conti fatti, avrebbe potuto non essere mai introdotto senza che nulla cambiasse nel racconto. 

Perché l’attenzione è ancora una volta, e inevitabilmente, mi viene da dire, catalizzata da Grindelwald e Silente, che si confermano i veri protagonisti del film e della saga, con buona pace di Newt Scamander. Mads Mikkelsen porta nuova linfa in un personaggio che, nelle mani di Johnny Depp, rischiava di diventare troppo simile a un cartone animato, e interpreta il villain con una freddezza e una compostezza capaci da un lato di differenziarlo enormemente da Voldemort, e dall’altro di conferirgli un’aura di ineluttabilità questa volta sì davvero convincente e sinistra. Una freddezza che, tuttavia, non è mai disumanità, anzi: la scena di apertura del film mostra un confronto tra lui e Silente in cui viene rievocata la loro amicizia e il loro amore, sentimenti veicolati più dalle loro espressioni e dal linguaggio del corpo che dalle parole che dicono. È in questi momenti che si prova il genuino sollievo di vedere degli attori veri che fanno il loro lavoro, ma neppure la dedizione e l’esperienza di questi artisti riesce sempre a salvare un copione che è un buco unico: non importa quanto Mads Mikkelsen si impegni per dare spessore al suo personaggio, verso la fine è evidente che si trova sulla scena senza sapere bene cosa fare per rendere credibile Grindelwald, grazie anche a un regista che ha ormai abbondantemente dimostrato di non saper gestire questo genere di film. 

La confusione, insomma, è totale, nessuno sa bene cosa fare, nessuno sa esattamente cosa deve succedere mentre la sceneggiatura si limita a far accadere cose sperando che, a un certo punto, si attacchino tra di loro per formare una trama, cosa che ovviamente non succede: tutta la prima parte del film si rivela essere composta da filler, riempitivi progettati per fare minutaggio prima di iniziare con la storia vera e propria – a circa tre quarti del film. A fare da impalcature alle molte cose caotiche e inutili che vediamo sullo schermo è il lato politico del film, incentrato sull’elezione del Capo Supremo e sulla candidatura di Grindelwald; il percorso che porta il Mago Oscuro a diventare uno dei candidati alla carica più alta del mondo magico, in realtà, ha senso in maniera molto realistica e piuttosto inquietante, dal momento che coinvolge un politico (in Germania, ovviamente, che secondo Hollywood a quanto pare è interamente abitata da Serpeverde) avere la peggiore delle pessime idee e ordire un piano che grida “fallimento” da ogni parte. Anche questa direzione politica, potenzialmente molto promettente, si risolve però scadendo nel ridicolo visto che rivela al mondo il sistema elettorale peggiore che si sia mai visto dal momento che vince non il candidato migliore o il più convincente/carismatico/eloquente, ma semplicemente quello davanti al quale collassa un animale – che convenientemente nessuno ha esaminato per bene prima di affidargli il destino del mondo nel suo momento più delicato. 

Insomma, c’è veramente poco da salvare, obiettivamente, in Animali Fantastici – I Segreti di Silente. Di positivo c’è l’uso della magia, che è fatta veramente bene con dei duelli molto ben coreografati e di grande impatto, ma ormai il livello degli effetti speciali in questo genere di film non sorprende più nessuno; il problema è la sceneggiatura, che non va da nessuna parte e quando riesce, per caso, ad andarci lo fa in maniera estremamente caotica, come a cercare di distrarti. Non so nemmeno se consigliartelo: a me, alla fine, ha divertito, le due ore e mezza volano, gli effetti speciali sono molto belli da vedere e alcuni momenti di recitazione sono davvero pregevoli, ma non è sufficiente. Purtroppo, giunti a un terzo capitolo che ci si prepara, ai piani alti, a considerare l’ultimo, bisogna prendere atto che Animali Fantastici è un progetto fallimentare alimentato dalla nostalgia dei fan che accoglierebbero qualsiasi cosa per una nuova incursione nel mondo di Harry Potter senza però restituire nulla in termini di qualità e intrattenimento; se dovessero effettivamente cancellare i piani per il quarto e quinto capitolo, ti dico la verità, non ne sentirei la mancanza

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Fantastic Beasts – The Secrets of Dumbledore (2022, USA – UK, 142′)

Regia: David Yates

Sceneggiatura: J.K. Rowling, Steve Kloves

Fotografia: George Richmond

Musiche: James Newton Howard

Interpreti principali: Eddie Redmayne (Newt Scamander), Jude Law (Albus Silente), Mads Mikkelsen (Gellert Grindelwald), Ezra Miller (Aurelius Silente), Dan Fogler (Jacob Kowalski), Alison Sudol (Queenie Goldstein), Callum Turner (Theseus Scamander), Jessica Williams (Eulalie Hicks).

2 pensieri riguardo “Al cinema: Animali Fantastici – I Segreti di Silente, di David Yates

    1. In tutta onestà non è un film che mi sento di consigliare, non ha più nulla dell’incanto di Harry Potter. Probabilmente è un progetto nato male fin dall’inizio, e adesso si vedono i nodi che vengono al pettine.

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