touch of modern: Clerks – Commessi, di Kevin Smith

Dante Hicks (Brian O’Halloran) lavora presso il “Quick Stop Groceries”, una modesta drogheria di Leonardo, un paesino del New Jersey (USA). Nonostante sia il suo giorno di riposo e abbia in progetto una partita ad hockey su prato, il suo datore di lavoro l’ha chiamato al telefono per chiedergli di coprire il turno di un altro dipendente. Dante non ha scelta e accetta con riluttanza di recarsi al posto di lavoro.

Non si tratta dell’unico imprevisto della giornata, perché appena giunge davanti alla drogheria si accorge che i lucchetti delle serrande sono stati riempiti con la gomma da masticare; può soltanto aprire la porta del negozio ed attaccare sulla saracinesca un foglio dove ha scritto con lucido da scarpe la frase: “Ti assicuro: siamo aperti!”.

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Al cinema: Da sempre, di Giovanni Bufalini

È il 1263 e il Vescovo di Orvieto, scortato da un Messere, deve portare ad Orvieto le Sacre Reliquie del Miracolo Eucaristico di Bolsena. Il percorso è breve ma un oscuro Mendicante vuole impedire in ogni modo che i due giungano alla meta. E, come non bastasse, a rendere ancora più incerto il viaggio, nelle campagne infuria la peste. Ovviamente Vescovo e Messere giungeranno a destinazione, ma non senza qualche problema; da questo miracoloso evento nascerà il Duomo e, in tempi più recenti, il Corteo Storico di Orvieto, simbolo stesso della città, dei suoi cittadini.

È il 2020 e a Orvieto, ma non solo, la pandemia ha bloccato ogni attività, compreso il Corteo Storico che dal 1951 non aveva mancato un appuntamento. Eppure, qualcuno non si è arreso, c’è chi ha scelto di raccontare questo periodo, senza alcuna retorica.

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touch of modern: La farfalla sul mirino, di Seijun Suzuki

La vita professionale di Goro Hanada (Joe Shishido), il killer numero tre della yakuza, la mafia giapponese è ben retribuita ma un pochino noiosa. Lui riceve un incarico e lo esegue alla perfezione, superando ostacoli e imprevisti che metterebbero in difficoltà gli altri professionisti del crimine. Non a caso si trova ai vertici della lista dei criminali che lavorano per la yakuza.

Ma come ogni travet che si rispetti, a casa lo attende una moglie, Mami Hanada (Mariko Ogawa), casalinga disperata, che per riempirsi le giornate non esita a svuotargli il portafoglio, spendendo i soldi da lui guadagnati con il sudore della fronte. Lei, dopotutto, si annoia, il marito è spesso fuori per lavoro ed è disturbata dalla passione ossessiva del coniuge per l’odore del riso “la cosa più lo soddisfa al mondo”, un’infatuazione ai limiti del feticismo.

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Merry Redneck Christmas!

Per quest’anno niente balocchi o dolci ma solo piombo! Un originale auguro natalizio da parte della casa di produzione Spaghetti Larp.

Sperduto villaggio del Far West. Una ragazza si affaccia da una casa. Lei vorrebbe fuggire da quel tetro posto, ma le strade pullulano di zombie. La situazione sembra senza via di uscita, ma per fortuna che Natale è vicino…

Redneck Christmas è un corto che unisce le ambientazioni Western e Horror, creato appositamente per le Feste di Natale, realizzato in sinergia tra Spaghetti Larp, allievi e docenti del corso Filmaker Factory di Fondazione per il Centro Studi Città di Orvieto, Gabriele Berretta di Rambaldi Promotions e Antes (associazione nazionale trucco effetti speciali).

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Al cinema: Diabolik, dei Manetti Bros.

Del “Re del Terrore” ho due ricordi: uno in bianco e nero e l’altro a colori.

Il primo risale agli anni Settanta, quando ero ragazzino e leggevo con avidità gli albi di Diabolik, rigorosamente in bianco e nero. Ero affascinato dalle sue invenzioni, su tutte le maschere che utilizzava per assumere l’identità di un’altra persona.

Il colore appartiene, invece, agli anni Ottanta, quando ho visto per la prima volta il film girato da Mario Bava. Devo confessare di essere rimasto molto deluso dall’opera: i due protagonisti principali erano lontani anni luce dagli “autentici” Diabolik ed Eva Kant.

Ed è comprensibile con quale stato d’animo, speranzoso e insieme timoroso, sia andato a vedere il film dei Manetti Brothers.

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contemporary stuff: Riders of Justice, di Anders Thomas Jensen

Le festività natalizie sono vicine e a Tallinn, in Estonia, un anziano signore con la barba bianca assieme alla sua giovane nipote stanno osservando una bicicletta rossa messa in vendita nello stand del mercatino di Natale della capitale. La ragazzina vorrebbe tanto avere una bicicletta in regalo, ma la preferirebbe blu e pur di averla di quel colore è disposta ad aspettare. Il nonno le fa presente che il Natale è ancora lontano e nulla è certo nella vita, forse la riceverà, forse no. Mentre i due se ne vanno via, il negoziante prende un cellulare, fa una telefonata e di lì a poco in una stazione ferroviaria danese qualcuno ruba una bicicletta di colore blu.

Mathilde (Andrea Heick Gadeberg) la proprietaria della bicicletta rimane così appiedata e si vede costretta a chiedere un passaggio in automobile alla madre, Emma (Anne Birgitte Lind), che tuttavia non glielo può concedere perché l’autovettura si è guastata. Madre e figlia decidono, pertanto, di prendersi una vacanza, di andare a fare un giro in centro a fare shopping utilizzando la metropolitana.

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contemporary stuff: Benvenuti a Zombieland, di Ruben Fleischer

Regola 1555: Mangiare troppa carne fa male.

Regola 1566: Mangiare carne infetta dal virus della mucca pazza fa diventare degli zombie.

O almeno così è successo negli Stati Uniti dove buona parte della popolazione ha cambiato aspetto e soprattutto abitudini alimentari…

Tranquilli: non è assolutamente vero! È solo l’inizio rivisitato del film Zombieland, capolavoro horror umoristico diretto da Ruben Fleischer, dove la trasformazione degli americani in tanti zombie viene spiegata come un effetto causato dal consumo di carne infetta. Un contagio così diffuso (si sa gli statunitensi di carne ne mangiano molta, troppa) che i pochi “sani” rimasti hanno ribattezzato la loro patria “Zombieland”.

E tra i normali che tentano in tutti i modi di non finire mangiati e zombificati, spicca (si fa per dire) Columbus (Jesse Eisenberg), un ragazzo alquanto maldestro e piuttosto fifone, autore di uno scrupoloso elenco di regole che devono essere assolutamente rispettate se si vuole restare in vita. Un manuale molto valido per evitare rischi, dato che “del senno di poi son piene le fosse”.

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Al cinema: Dune, di Denis Villeneuve

Da appassionato di cinema e di letteratura di fantascienza non potevo non andare a vedere Dune. Anche solo per rendermi conto se questa volta produzione e regia fossero riusciti a trasportare in modo adeguato sul grande schermo quello che è un libro molto complesso, un’opera che non racconta una semplice storia ma descrive una civiltà. Un capolavoro del genere fantascientifico, opera prima di una epopea letteraria.

Insomma, più che una analisi dell’opera filmica, piuttosto la sua capacità di aver saputo intercettare e riprodurre lo spirito del libro, concepito nei favolosi anni Sessanta, ricchi di fermenti culturali. Dato che l’ho scritta di getto, il giorno dopo la visione del film, questa recensione è un pò “davinottata”, istintiva e corta, ma spero che risulti ugualmente interessante.

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touch of modern: Nirvana, di Gabriele Salvatores

Tre giorni a Natale e nevica incessantemente. In teoria il clima giusto per trascorrere delle buone feste. Solo in teoria perché per Jimi (Christopher Lambert), il protagonista principale del film, questa ricorrenza lo rende doppiamente infelice.

La sua donna, Lisa (Emmanuelle Seigner), se n’è andata da almeno un anno, senza fornire alcuna spiegazione, aprendo nel suo cuore una ferita così profonda che nessuna droga, nemmeno quelle fornitegli da Corvo Rosso (Claudio Bisio), un tassista tuttofare, riesce a rimarginare. Come non bastasse, la sua ultima creazione, un videogioco, che si chiama Nirvana, è stato infettato da un virus.

Non c’è molto tempo per porre rimedio al danno, ma questo diventa ben presto un problema secondario quando Solo (Diego Abatantuono), il personaggio principale del gioco, prende coscienza di sé, si accorge dell’esistenza di Jimi, il suo creatore, e inizia a fargli delle domande molto imbarazzanti, alle quali è difficile dare delle risposte esaurienti e soprattutto definitive: chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo.

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