Cannes 70: calendario dei film che puntano alla Palma d’Oro

cannesDunque ci siamo: oggi inizia il festival cinematografico più prestigioso d’Europa, la Costa Azzurra è già in fermento. Vorremmo davvero potervi dire che saremo lì a Cannes a seguire per voi l’evento e invece… rien de rien, siamo gente del popolo e sbirceremo come tutti le varie news dalla rete (del resto siamo quelli de “L’ultimo spettacolo”, mica quelli della “prima”). Ciò che possiamo fare è dare insieme a voi uno sguardo famelico al ghiotto programma della selezione denominata propriamente Compétition, ovvero i film che puntano alla Palma d’Oro, pur consapevoli che molti di essi varcheranno le Alpi con mooolta calma, magari passando come meteore nelle piccole sale d’essai. Ma bando alle solite lamentele sulla distribuzione italiana (oggi meglio di ieri, dai, concediamoci ‘sto incoraggiamento), sfogliamo un po’ il calendario dei 19 film in concorso nella Competizione ufficiale:

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touch of modern: Pulp Fiction, di Quentin Tarantino

pulp fictionCi vogliono trenta minuti, ce ne metterò dieci.

Inizio con questa citazione tratta dal frasario di Mr. Wolf perché non basterebbe un libro di 500 pagine per parlare a dovere di Pulp Fiction. E siccome un post di un blog non è sicuramente la sede adatta per dilungarsi oltre misura, proverò a fare come il personaggio interpretato da Harvey Keitel.

Cercando Pulp Fiction su Google escono fuori circa 16,5 milioni di risultati (in continuo aumento). Se si circoscrive la ricerca, inserendo le virgolette prima di Pulp e dopo Fiction, i risultati sono comunque oltre 11 milioni, segno che nel settanta per cento dei casi gli esiti della ricerca mostrano le due parole scritte assieme. Tutto ciò per dire che è molto difficile dire qualcosa di originale su Pulp Fiction, su cui è già stato detto di tutto, eppure ci proverò, in quanto lo abbiamo selezionato – quasi inevitabilmente – tra le migliori palme d’oro scelte per lo speciale dedicato alla settantesima edizione del Festival di Cannes. Continua a leggere “touch of modern: Pulp Fiction, di Quentin Tarantino”

touch of modern: Paris, Texas, di Wim Wenders

paris texas Non ricordo nemmeno che cosa è accaduto. C’è come un vuoto. Ed è un vuoto che non si può più riempire…

Un campo lungo cattura, tra le classiche guglie rocciose di un deserto americano, il puntino rosso in movimento di un cappellino da baseball. Un po’ come la Plymouth spielberghiana di Duel, quel dettaglio scarlatto staglia attirando tutta la nostra attenzione; a indossarlo è un uomo che vagabonda come sonnambulo in quel paesaggio western, un camminatore senza meta alla Forrest Gump. Lo spilungone Travis ha il completo gessato e la cravatta impolverati, la barba lunga e nera, il profilo da topo spaventato di Harry Dean Stanton. Sulle note languide di una bottleneck guitar, il regista tedesco Wim Wenders ci introduce così nel piccolo mondo periferico e desertico di Paris, Texas: si tratta per noi dell’undicesima Palma d’Oro che trattiamo nel nostro Speciale dedicato alla settantesima edizione del Festival di Cannes.

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contemporary stuff: La vita di Adele, di Abdellatif Kechiche

1010877_fr_la_vie_d_adele__chapitres_1___2_1378988006016Ho l’impressione di fare finta, di fare finta su tutto. A me manca qualcosa

Ma come faceva a resistere alla tentazione di non chiamarla Ramona Flowers? Una vita, o meglio alcuni anni, e i più divertenti, della vita di Adéle, che parte ragazzetta di liceo, tra sentiti omaggi alla letteratura francese e storielle da adò, e termina insegnante. Nel mezzo c’è il vortice, la scoperta dell’amore con dicevamo Ramona Flowers, i suoi capelli blu, i corpi intrecciati, gioie e lacrime e bla e poi ancora blu. Troppo si è parlato delle scene di lesbosesso, a proposito di questo film, e troppo poco delle qualità del film, tanto più che saranno poco più di 10 minuti su 3 ore. Mentre la forza sta nell’insieme, e nella composizione, nella scoperta dei sentimenti e nei sorrisi timidi dei due personaggi quando si conoscono. Continua a leggere “contemporary stuff: La vita di Adele, di Abdellatif Kechiche”

contemporary stuff: Dancer in the Dark, di Lars von Trier

Dancer_in_the_Dark_movie_posterI’ve seen what I was and I know what I’ll be, I’ve seen it all there is no more to see!

Con Dancer in the Dark Lars von Trier porta a compimento la sua seconda trilogia cinematografica. La prima, la Europa Trilogy, lo aveva fatto conoscere agli addetti ai lavori e agli appassionati. La seconda, la Golden Heart Trilogy, lo consacrerà invece come astro nascente della settima arte, la nuova speranza del cinema d’autore europeo. La costante delle sue prime sei opere per il grande schermo (in mezzo alle quali figura anche un film per la tv tratto da una sceneggiatura di Dreyer, Medea) è la partecipazione ai Festival di Cannes, che porta ad una vera e propria escalation di premi, connotati da una certa curiosa simmetria: il primo e il terzo film di ciascuna trilogia vincono un premio, via via sempre più prestigioso.  Continua a leggere “contemporary stuff: Dancer in the Dark, di Lars von Trier”

touch of modern: Apocalypse Now, di Francis Ford Coppola

Apocalypse Now 01“L’orrore… L’orrore!”

Prosegue il nostro speciale dedicato ai 70 anni del Festival di Cannes, con Apocalypse Now. Il film si aggiudicò la Palma d’oro alla 32° edizione ma, oltre a questo, guadagnò un posto nell’Olimpo del cinema di guerra con la sua visione spietata, grottesca, a tratti surreale del conflitto in Vietnam. La storia è ispirata a quella del romanzo “Cuore di tenebra”, di Joseph Conrad ma, a parte l’idea di base e qualche frase sparsa, prende una strada tutta sua.

Commentare e soprattutto analizzare un film come questo, su cui si è detto di tutto, sarebbe velleitario. Mi limiterò a fare una carrellata di osservazioni e ricordi. Il tema, per chi non lo conoscesse? In due righe: il capitano Willard (Martin Sheen) viene incaricato di trovare il colonnello Kurtz, sparito misteriosamente nella jungla del Vietnam durante la guerra.  Continua a leggere “touch of modern: Apocalypse Now, di Francis Ford Coppola”

oldies but goldies: La dolce vita, di Federico Fellini

Marcello! Come here! Hurry up!

Ladolcevita_locandinaCi voleva il genio visionario di Fellini per omaggiare degnamente il fascino contradditorio della Roma indolente di fine anni Cinquanta, dalle borgate ai folleggianti club notturni, raffinata e mignotta, pagana e bigotta, forse più mito americano che realtà nostrana. Il nostro Speciale sul 70° Festival di Cannes pesca dal suo forziere un’altra pregiatissima Palma d’Oro italiana – dopo aver già affrontato la Palma delle Palme firmata da Visconti – uno dei capolavori di Federico Fellini, forse il più grande regista italiano mai esistito e certamente tra i più eccelsi cineasti a livello mondiale; La dolce vita è una celebrazione dolceamara dello stile di vita esagerato, snob, ridicolo e fanfarone del jet-set col suo ronzante nugolo di paparazzi, una storia sceneggiata senza soluzione di continuità in cui il popolino romano, devoto tanto alle star quanto alle statue, fa le sue incursioni pagliaccesche con i consueti, impagabili caratteristi dell’universo felliniano.

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touch of modern: Kagemusha – L’ombra del guerriero, di Akira Kurosawa

“E mi chiamate criminale? Un delinquente della vostra forza! Ma se voi ne avete uccisi a migliaia, e saccheggiato intere regioni! Chi è più colpevole? Voi o io?”

Kagemusha 01Il nostro speciale sui 70 anni del Festival di Cannes tratta questa volta di un film giapponese. Il Giappone è il Paese asiatico che ha incassato più Palme d’oro e mi sembra quasi doveroso che una sia stata assegnata ad Akira Kurosawa, uno dei più noti e importanti registi del Sol Levante. Kagemusha, che vinse nel 1980 a pari merito con All That Jazz, è un’imponente produzione a tema “storia del Giappone feudale”, di cui il buon Kurosawa ha giusto appena abusato. Alcuni registi avrebbero sentito il bisogno di variare, ma lui no. Del resto, se una formula funziona e piace pure portarla avanti, perché cambiare? Oltretutto Kagemusha è probabilmente una delle rappresentazioni meglio riuscite di quella realtà storica.  Continua a leggere “touch of modern: Kagemusha – L’ombra del guerriero, di Akira Kurosawa”

contemporary stuff: Il nastro bianco, di Michael Haneke

19283504Quando eravate piccoli, a volte, vostra madre vi legava un nastro fra i capelli o al braccio, il suo colore bianco doveva essere per voi monito di innocenza e di purezza…

Your attention please, saltate pure perché sarò prolisso, non vorrei smarrire la mia solita pacatezza ma questo film per me è stato un capolavoro *_*
Da dire che c’era in sala anche gente che russava. Per cui se avete dei problemi, ecco, per esempio con i film dove non succede nulla, mh, allora temo non vi possa capolavorsembrare.
Allora, nero su bianco, è una storia ambientata in un villaggio della campagna tedesca poco prima dello scoppio della I guerra mondiale. Oh, sveglia coglione stai vedendo un capolavoro!!! Ma pensa un po’, dormire… Continua a leggere “contemporary stuff: Il nastro bianco, di Michael Haneke”