Al cinema: Belfast, di Kenneth Branagh

Sono anni frenetici per Kenneth Branagh, che salta da un progetto all’altro come un’ape iperattiva da un fiore al successivo: con quasi un film all’anno, Branagh ha spaziato dal fiabesco al murder mistery, dal dramma storico all’urban fantasy, dal whodunit al dramma autobiografico di cui stiamo per parlare. Una produzione decisamente eclettica, quasi schizofrenica, che rende difficile inquadrare il lavoro del regista sotto un comune denominatore che non sia, il più delle volte, l’omaggio a grandi autori della letteratura inglese, come William Shakespeare o, più recentemente, Agatha Christie, e che ora si arricchisce di un tassello nuovo, profondamente personale, che prende prepotentemente le distanze dal grande cinema hollywoodiano a cui il regista si è dedicato negli ultimi anni: Belfast è infatti, in confronto, un film molto più piccolo e modesto, ma non per questo insignificante dal momento che Branagh lo usa per raccontarsi ed esplorare una parte fondamentale della sua storia personale.

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Contemporary stuff: Annette, di Leos Carax

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Era veramente  tanto tempo che non mi sentivo così guardando un film. Complice anche la  sala vuota, che ha fatto somigliare l’esperienza a una visione privata e mi ha permesso di godermi Annette in totale relax come sul divano di casa mia, mi sono concesso di lasciarmi assorbire e trascinare dal film facendomi coinvolgere come non mi accadeva da tantissimo tempo, al punto da pendere letteralmente dalle labbra di Leos Carax e della sua bizzarra creatura, un film curioso e strano che, sebbene a prima vista possa apparire spiazzante, si rivela in realtà un prodotto suggestivo e affascinante come pochi; sarà anche che si tratta del primo film di Carax che vedo, ma ho veramente amato Annette!

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Su Netflix: Monaco – Sull’orlo della guerra, di Christian Schwochow

Ormai i film ispirati ai romanzi di Robert Harris possono quasi costituire un canone. Siamo quasi di fronte a un Robert Harris Cinematic Universe (con questo dovremmo essere arrivati a quota sei), solo che non sempre il libro può finire nelle mani di un Polanski, che dalle opere dello scrittore inglese aveva tratto L’uomo nell’ombra (ispirato a Il Ghostwriter) e, soprattutto, L’ufficiale e la spia. Non sempre puoi avere Polanski, talvolta ti capita un Christian Schwochow qualunque, onesto mestierante cinetelevisivo e niente più.

Siamo di nuovo dalle parti della Storia (con la maiuscola) che incontra la storia (con la minuscola) di spionaggio, esattamente come in L’ufficiale e la spia, che però era un capolavoro, mentre questo film Netflix che ruota attorno alla Conferenza di Monaco del 1938 al capolavoro non ci si avvicina neanche un po’ e nemmeno al film degno di essere ricordato. A Monaco si riunirono Hitler, Mussolini, Chamberlain e Daladier, sottoscrivendo un accordo che ritardò di fatto l’inizio della Seconda guerra mondiale, dando a Hitler il via libera all’annessione della regione ceca dei Sudeti, che diversamente si sarebbe preso con la forza. Attorno a quell’evento Harris – che del film è anche produttore, oltre che soggettista – costruiva nel romanzo una spy story fiction ispirata alla figura di Adam von Trott, diplomatico tedesco membro della Resistenza ai tempi del Nazismo, giustiziato dopo aver preso parte al fallito complotto per attentare alla vita del fuhrer nel 1944.

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touch of modern: La farfalla sul mirino, di Seijun Suzuki

La vita professionale di Goro Hanada (Joe Shishido), il killer numero tre della yakuza, la mafia giapponese è ben retribuita ma un pochino noiosa. Lui riceve un incarico e lo esegue alla perfezione, superando ostacoli e imprevisti che metterebbero in difficoltà gli altri professionisti del crimine. Non a caso si trova ai vertici della lista dei criminali che lavorano per la yakuza.

Ma come ogni travet che si rispetti, a casa lo attende una moglie, Mami Hanada (Mariko Ogawa), casalinga disperata, che per riempirsi le giornate non esita a svuotargli il portafoglio, spendendo i soldi da lui guadagnati con il sudore della fronte. Lei, dopotutto, si annoia, il marito è spesso fuori per lavoro ed è disturbata dalla passione ossessiva del coniuge per l’odore del riso “la cosa più lo soddisfa al mondo”, un’infatuazione ai limiti del feticismo.

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Su Netflix: Don’t Look Up, di Adam McKay

Mancava praticamente solo la mia voce a unirsi al coro che ha accompagnato l’uscita di Don’t Look Up su Netflix, lodandolo o criticandolo aspramente a seconda di quanto ci si sia sentiti punti sul vivo dalla satira di Adam Mckay. Certamente non si tratta di un film leggero o da guardare passivamente mentre si elabora il pranzo di Natale, per cui ho molto messo in discussione, a posteriori, la scelta di vederlo a capodanno dal momento che sarebbe stato lecito inaugurare il 2022 con qualcosa di più positivo; visto però l’andamento che quest’anno ha già preso, non mi sembra così fuori luogo iniziarlo con un approfondito esame del perché facciamo tutti così irrimediabilmente schifo

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Addio a Peter Bogdanovich

Gli dobbiamo nientemeno che il nome di questo blog, per cui è d’obbligo per noi ricordare il regista americano Peter Bogdanovich, scomparso ieri all’età di 82 anni.

Tra i padri della New Hollywood, Bogdanovich fu il primo regista americano ad arrivare dalla critica, portando oltre oceano la tradizione inaugurata in Francia dagli autori della Nouvelle Vague.

Ciò non gli evitò, ovviamente, di dover compiere la sua gavetta, che portò a termine alla corte di Roger Corman, nella cui scuderia si formeranno tanti dei cavalli di razza della New Hollywood (da Martin Scorsese a Francis Ford Coppola).

Di quella corrente Bogdanovich fu l’impareggiabile cantore della nostalgia, di un filone di cui L’ultimo spettacolo resta probabilmente il capolavoro ineguagliato, in mezzo a tanti altri film degni di nota (Paper Moon e Vecchia America su tutti).

Su Netflix: Red Notice, di Rawson Marshall Thurber

Excusatio non petita. Le scuse non richieste sono sempre più presenti nei film ad alto contenuto di improbabilità per giustificare le forzature di sceneggiatura, quelle che generalmente portano il pubblico a storcere il naso e ad agitare ritmicamente il ditino in aria ergendosi a guardiano della coerenza logico-temporale-narrativa. E quindi gli sceneggiatori, per prevenire qualunque possibile rimostranza, anticipandola, hanno iniziato sistematicamente a inserire battute e battutine che giustifichino a priori qualunque ipotetica incongruenza. Il risultato potrebbe sconfinare nel riconoscimento di un’arguzia sopraffina (da parte di chi, in realtà, a quei controsensi non ci aveva neanche pensato) e invece, nella stragrande maggioranza dei casi, quelle excusationes si risolvono in spiegoni mascherati o battute che anticipano spiegoni mascherati. E in certi casi, in spiegoni non richiesti.

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i migliori film del 2021 (secondo noi)

Pensavamo tutti (o quasi) che il 2021 avrebbe potuto essere l’anno della rinascita e della ripartenza, e invece questi ultimi giorni in particolare ci hanno detto tutt’altro.

Lo è stato (un anno della ripartenza), almeno in parte, per i cinema, che dopo alcuni mesi di chiusura sono partiti prima timidamente e poi a spron battuto, programmando negli ultimi mesi un numero di film che raramente si era visto anche negli anni pre-pandemia. Come a voler esorcizzare la situazione richiamando nelle sale il maggior numero possibile di spettatori puntando su un’offerta senza precedenti, che potesse fronteggiare quella smisurata delle piattaforme di streaming.

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Merry Redneck Christmas!

Per quest’anno niente balocchi o dolci ma solo piombo! Un originale auguro natalizio da parte della casa di produzione Spaghetti Larp.

Sperduto villaggio del Far West. Una ragazza si affaccia da una casa. Lei vorrebbe fuggire da quel tetro posto, ma le strade pullulano di zombie. La situazione sembra senza via di uscita, ma per fortuna che Natale è vicino…

Redneck Christmas è un corto che unisce le ambientazioni Western e Horror, creato appositamente per le Feste di Natale, realizzato in sinergia tra Spaghetti Larp, allievi e docenti del corso Filmaker Factory di Fondazione per il Centro Studi Città di Orvieto, Gabriele Berretta di Rambaldi Promotions e Antes (associazione nazionale trucco effetti speciali).

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