Fenix è Cristo-like, e sta appollaiato su di un trespolo in una bianca stanza. Ha un’aquila tatuata sul petto e scende solo per mangiare pesce crudo, offerto da dottori e infermiere. Balzo indietro, da piccolo viveva in un circo con il padre, Orgo, grande grosso ciula e baloss, lanciatore di coltelli e capo della baracca, e la madre, Concha, trapezista e sacerdotessa di una chiesa non riconosciuta dedicata a una martire cui erano state amputate le braccia dai suoi stupratori – da cui il titolo, la piscina di acqua rossa davanti alla statua della santa. E a una ragazzina muta e mima, Alma, cui voleva gran bene. Ah, tra lo strepitio e le chitarre dei fedeli, la chiesa viene salvinianamente ruspata.
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