touch of modern: Labyrinth – Dove tutto è possibile, di Jim Henson

Figlia di genitori separati, Sarah (Jennifer Connelly) è una ragazza adolescente che ha un rapporto difficile con la matrigna (Shelley Thompson), un contrasto che cerca di rimuovere tuffandosi nella lettura delle opere fantasy, fino a vivere, a sognare ad occhi aperti le proprie avventure. Una sera il padre (Christopher Malcolm) e la matrigna vogliono uscire per andare a cena insieme; Sarah, quindi, si ritrova a fare da babysitter a Toby (Toby Froud), un compito che lei esegue malvolentieri perché ha un rapporto conflittuale sia i genitori sia con il fratellino.

Infastidita dal pianto incessante del bambino, recita con convinzione una frase presente nel suo libro preferito The Labyrinth ovvero la richiesta che i Goblin portino via Toby. Il suo desiderio viene prontamente esaudito e mentre Sarah sta cercando di capire che cosa sia successo, il bambino è misteriosamente scomparso e nella stanza entra un barbagianni. Il rapace si trasforma nel re dei Goblin, Jareth (David Bowie), il quale le dice di aver rapito il fratellino come lei stessa aveva richiesto e le offre un dono: una sfera di cristallo dove sono contenuti i suoi desideri.

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Confronti: quando la colonna sonora è più celebre del film

ostCi sono colonne sonore e canzoni scritte per il cinema che hanno fatto la storia, contribuendo al successo di autentici capolavori della settima arte. Qualche esempio? Over the Rainbow cantata da Judy Garland e scritta da Harold Arlen e E.Y. Harburg per Il mago di Oz. Oppure la splendida Raindrops Keep Fallin’ on My Head, del genio Burt Bacharach su testo di Hal David e cantata da B.J. Thomas per il film Butch Cassidy. O ancora, per passare alle colonne sonore strumentali, la Marcia imperiale composta da John Williams per L’impero colpisce ancora o l’immortale main theme, ispirato all’urlo del coyote, musicato da Ennio Morricone per Il buono, il brutto, il cattivo.

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