touch of modern: The Vampires of Poverty, di Luis Ospina e Carlos Mayolo

Un documentario sulla realizzazione di un documentario, che si rivela un mockumentary. In questo calembour c’è molto più di una – pur ammirabile – costruzione escheriana. C’è la critica ad un modo di fare cinema, che è – in fin dei conti – l’oggetto precipuo di Agarrando pueblo, cortometraggio del 1977 diretto dai colombiani Luis Ospina e Carlos Mayolo.

Nato nel 1949 e scomparso un anno fa, Ospina ha studiato cinema negli Stati Uniti prima di tornare, agli inizi degli anni Settanta, nella sua città natale, Cali, dove, con l’amico Carlos Mayolo fonderà – insieme ad altri cineasti ed artisti – il Cine Club de Cali e la rivista Ojo al cine.

Agarrando pueblo è la quarta opera diretta in coppia da Ospina e Mayolo, quattro cortometraggi documentari incentrati sulla città di Cali e sulle condizioni di miseria in cui viveva la maggior parte della città in quegli anni.

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contemporary stuff: I Cormorani, di Fabio Bobbio

Quanti film sull’adolescenza abbiamo già visto? Tanti, direi; forse troppi, soprattutto visto quanti di questi riescono effettivamente a cogliere il soggetto che intendono rappresentare. L’errore è piuttosto comune: un regista decide di fare un film sui giovani perché “li capisce”, salvo poi scoprire, a film ultimato, di non avere capito niente, ed ecco quindi arrivare i cliché, i luoghi comuni, sempre gli stessi personaggi a parlare sempre delle stesse dinamiche con parole molto simili ogni volta. Forse il problema è proprio questo, di voler sempre parlare, raccontare, spiegare, quando in realtà sarebbe sufficiente fermarsi a osservare; ed è qui che arriva Fabio Bobbio con I Cormorani, il suo film di debutto.

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Biografilm Festival 2020, ovvero: Kubrick, Rembrandt, Trump, la bomba atomica e uno scrittore che vive a Porto Rico

La sedicesima edizione del Biografilm Festival di Bologna si sta tenendo online in questi giorni, come era ormai ampiamente prevedibile. Tanto che già un mesetto fa si erano tenute le prove generali, sulla piattaforma MyMovies, con una sorta di ‘prefestival’.

Dal 5 al 15 giugno sono andati e andranno in onda quaranta film suddivisi nelle sezioni Concorso internazionale, Biografilm Italia, Art & Music, Contemporary Lives e Meet the Masters. Come al solito, all’insegna delle biografie e delle ‘celebrazioni delle vite’ come da slogan del Festival.

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Il festival a domicilio – Biografilm versione #iorestoacasa (terza e ultima parte, con un’altra notizia e delle strampalate premiazioni)

Terza e ultima parte di questo speciale dedicato all’antipasto streaming del Biografilm Festival di Bologna, offerto nei giorni scorsi sulla piattaforma #iorestoacasa di MyMovies. Ma prima di passare in rassegna gli ultimi tre titoli ed azzardare, un po’ per gioco, una premiazione dei dieci film proposti, ecco un’altra notizia (dopo le due date nei giorni scorsi) importante per i cinefili di ogni ordine e grado.

Come c’era da aspettarselo – e come hanno deciso di fare vari altri festival in Italia e in Europa (dal Lovers di Torino al Visions du Réel di Nyon) – la sedicesima edizione del Biografilm Festival di Bologna si terrà online, nelle date inizialmente previste per il festival “fisico” (dal 5 al 15 giugno).

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Il festival a domicilio – Biografilm versione #iorestoacasa (parte seconda, preceduta da due notizie importanti sul futuro del/dei cinema)

Prima di riprendere con le pellicole del Biografilm proposte in questi giorni sulla piattaforma #iorestoacasa di MyMovies (qui la prima parte), in questa sorta di antipasto della rassegna bolognese, mi preme riportare due notizie di questi giorni che ci fanno capire quanto questa emergenza sanitaria cambierà, con tutta probabilità, il mondo del cinema e della distribuzione.

La prima arriva dalla California. Tutti noi sappiamo quanto l’Academy sia stata, soprattutto negli scorsi anni, conservatrice e irremovibile quanto alle regole per l’ammissione delle pellicole alla cerimonia degli Oscar. Tanto da far intuire una certa avversione nei confronti di chi, in questi anni, incarna il principale pericolo alla concezione tradizionale del cinema (Netflix, ovviamente). Ebbene, il coronavirus ha tuttavia costretto l’Academy a cambiare le regole, facendo venir meno uno storico requisito. Per essere candidato all’Oscar, infatti, un film deve normalmente essere distribuito nella contea di Los Angeles durante il precedente anno solare per almeno una settimana. La regola è stata sospesa, ma – si è affrettata a precisare l’Academy – sarà ripristinata quando riapriranno le sale cinematografiche.

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Il festival a domicilio – Biografilm versione #iorestoacasa (parte prima)

Tra le cose che ci sono venute a mancare in questo periodo di segregazione forzata dovuta all’emergenza coronavirus c’è stata (e ci sarà) sicuramente, oltre alla possibilità di guardare i film in sala – esperienza surrogabile soltanto a malincuore, per i cinefili ‘duri e puri’, con la visione sul piccolo schermo –, anche quella di frequentare i festival del cinema. I più importanti tra quelli che hanno dovuto giocoforza chiudere i battenti (o rifugiarsi dietro la formula del rinvio a data da destinarsi) sono stati, a marzo, il Bergamo Film Meeting, che avrebbe dovuto tenersi proprio nei giorni in cui la città lombarda diventava il drammatico epicentro della crisi italiana; ad aprile, il Far East Film Festival di Udine, rinviato a fine giugno (ma con scarse probabilità di potersi tenere effettivamente in quelle date); c’è stato poi il roboante annuncio del rinvio a data da destinarsi del Festival di Cannes – per volgere lo sguardo anche oltre i nostri confini – con le ipotesi che sono circolate, chissà quanto fantasiose, della possibile liaison con la Mostra del cinema di Venezia per un’edizione in tandem a inizio settembre. Di questi giorni, infine, è la notizia della cancellazione del Festival di Locarno, altra importante rassegna cinematografica europea.

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Al cinema: Psicomagia – Un’arte per guarire, di Alejandro Jodorowski

Un uomo complessato perché il padre lo malmenava da piccolo viene mezzo seppellito vivo su uno scenario di colline. La testa protetta da una bolla di vetro traforata e lasciata fuori, sulla terra viva si sparge carne morta. Decine di avvoltoi arrivano al banchetto.

Alejandro Jodorowski è matto ma lo è da mo’, ora è un anziano matto e da anni si è inventato la psicomagia. La psicomagia vuole curare i traumi della vita delle persone da un binario parallelo alla psicoanalisi freudiana: come quella è basata sulla parola e sul raziocinio, la psicomagia punta forte sull’azione volta a colpire il vissuto e l’inconscio del soggetto, a risvegliare ricordi e curare delusioni seppellite nella memoria.

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Al cinema: Apollo 11, di Todd Douglas Miller

L’esperienza live, in diretta, del primo allunaggio è un privilegio che possono vantare soltanto gli ultrasessantenni, e nemmeno tutti. Quelli, cioè, che nel 1969 avevano almeno dieci anni di età e un televisore da guardare (o un vicino da cui recarsi a farlo, come si faceva un tempo).

Le sensazioni, le emozioni, le paure di chi osservava impotente uno dei più grandi eventi tecnico-scientifici della storia dell’umanità, trasmesso in mondovisione, non sono ricreabili e cominciano a svanire anche nella mente di coloro che hanno avuto la fortuna di provarle.

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Su Netflix: The Vietnam War, di Ken Burns e Lynn Novick

Chi utilizza i software di editing multimediale made in Cupertino (iPhoto, iMovie e Final Cut Pro) sicuramente avrà sentito parlare di Ken Burns, regista di documentari newyorkese il cui nome è stato associato dalla Apple ad uno dei più semplici ma suggestivi effetti di montaggio video. Il Ken Burns effect consiste nello zoomare lentamente, avanti o indietro, su una fotografia, o nello spostarsi su di essa con l’equivalente di una panoramica. Un effetto che oggi viene largamente utilizzato dai registi televisivi e dai documentaristi, e che in realtà non è stato inventato da Ken Burns, bensì soltanto da questi utilizzato intensivamente e proficuamente per i suoi documentari, tra cui la sua ultima fatica, The Vietnam War.

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