Su Netflix: Don’t Look Up, di Adam McKay

Mancava praticamente solo la mia voce a unirsi al coro che ha accompagnato l’uscita di Don’t Look Up su Netflix, lodandolo o criticandolo aspramente a seconda di quanto ci si sia sentiti punti sul vivo dalla satira di Adam Mckay. Certamente non si tratta di un film leggero o da guardare passivamente mentre si elabora il pranzo di Natale, per cui ho molto messo in discussione, a posteriori, la scelta di vederlo a capodanno dal momento che sarebbe stato lecito inaugurare il 2022 con qualcosa di più positivo; visto però l’andamento che quest’anno ha già preso, non mi sembra così fuori luogo iniziarlo con un approfondito esame del perché facciamo tutti così irrimediabilmente schifo

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contemporary stuff: Hunger Games, di Gary Ross (un approfondimento)

Esistono film che, per svariati motivi, non vengono compresi appieno. Non sto parlando di fraintendimenti evidenti, ma di temi che attraversano l’opera e non sono colti dalla critica o dal pubblico. Qualcosa che sfugge perché chi ha realizzato il film ha scelto di lasciarli sottotraccia, perché l’attenzione degli spettatori è catturata da argomenti più evidenti e chi doveva farli notare, la critica, non li ha colti, più o meno involontariamente.

Un esempio “storico” è Mary Poppins. La gagliarda tata, impersonata da una splendida Julie Andrews, è quanto di più singolare ci possa essere in una Londra imperiale: frequenta emarginati, persone anticonvenzionali e ha una visione molto critica del capitalismo finanziario.

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Confronti: quando la spia è donna (Atomica bionda vs. Red Sparrow)

spie 1In poco meno di un anno abbiamo avuto nelle sale due film ambientati nel mondo dello spionaggio e con protagoniste femminili. Un revival di temi già affrontati in tutte le salse nel mondo della settima arte, in un genere, quello della spy-story, che tuttavia aveva abituato a personaggi maschili, con le donne relegate a mera comparsa o a femme fatale di turno (vedi il caso paradigmatico di 007 e delle Bond Girls).

Non che nella storia del cinema non vi siano state in precedenza opere di spionaggio (anche celebri e risalenti) con protagoniste appartenenti al gentil sesso: dalla Mata Hari di Greta Garbo (nell’omonima pellicola del 1931, che era stata preceduta da due film muti – uno dei quali con la “vamp” ante-litteram Asta Nielsen – e che è stata seguita da una serie di altre opere dedicate alla celebre spia olandese) alla Nikita diretta da Luc Besson.

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