Speciale Oscar 2018: Lady Bird, di Greta Gerwig

lady birdLo sapevo che andava a finire così: l’ultimo arrivato (in Italia), il più piccolo e probabilmente il meno titolato a vincere la statuetta come miglior film, è quello che ho amato di più. No, tranquilli, non vi dirò di puntare su questo cavallo, so bene che la mia è pura infatuazione e non credo di avere così tanti argomenti per convincervi. Per molti è un filmetto “radical chic”, per altri è tutt’al più un film carino, del tipo “che ci sta a fare in mezzo a quei giganti“, per altri ancora non è altro che la quota rosa avanzata dall’Academy. Per me Lady Bird è la consacrazione di una brillante donna di cinema, Greta Gerwig; la prova definitiva di un’attrice che amo molto, Saoirse Ronan; la controprova che Lucas Hedges è un talento in sorprendente evoluzione, ingiustamente adombrato dal divo del momento Timothée Chalamet.

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Speciale Oscar 2018: Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh

threebillboards_locandinaChe fosse una delle più grandi attrici dei giorni nostri lo sapevamo già, ma che riuscisse perfino a superare sè stessa con una interpretazione di questo spessore beh, forse non lo si riteneva possibile.  Pareva assodato che il ruolo di Marge, dolce e sagace poliziotta incinta in Fargo dei Coen, che le valse l’Oscar vent’anni fa, fosse per Frances McDormand il punto più alto mai raggiunto in una carriera comunque sempre ad altissimi livelli. Ci voleva l’irlandese un po’ cattivello, uno che gioca scorretto, uno proprio come Martin McDonagh per buttar giù a spallate ogni certezza; in Tre manifesti a Ebbing, Missouri, appena iridato ai Golden Globes e tra i favoriti per l’Oscar a miglior film, il talentuoso regista dei già ammirevoli In Bruges e 7 psicopatici è riuscito a cucire addosso alla McDormand il ruolo della vita.

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Al Cinema: Manchester by the Sea, di Kenneth Lonergan

manchesterbythesealocandinaAttorno a questo film sembrava esserci un alone protettivo, come un senso di comune pudore che rimbalzava in rete da una recensione all’altra. Prima di vederlo mi chiedevo il perché, sospettando di trovarmi dinanzi a uno di quei film dei quali, pur essendo impossibile parlare male, se ne smarrisce ben presto il ricordo. Scoprendo la storia scritta e diretta da Kenneth Lonergan ho capito che ogni mio pregiudizio era infondato; questo film non si può assolutamente dimenticare, ti lascia dentro una ferita pulsante. E soprattutto ho compreso il motivo di questa tacita intesa universale, perchè è un film che ti deve arrivare addosso così, intatto, deve essere lasciato in condizione di liberare sottopelle la sua essenza drammatica. Togliamoci subito il dubbio in partenza: potrà competere con La La Land per l’Oscar al miglior film? No, non credo proprio. Questo è un film più da Cannes che da Hollywood. Continua a leggere “Al Cinema: Manchester by the Sea, di Kenneth Lonergan”