Volevo scrivere un pezzo sul fatto che al momento in sala ci sono praticamente solo film francesi o francofoni. E io, mannaggia o’ putipù (cit Zorry Kid), li ho visti quasi tutti. Uno (L’anno che verrà) mi è addirittura partito a tradimento, ero andato a vedere un film svedese (o perlomeno ugrofinnico). Esco a chiederne conto e mi dicono “eh c’è un errore nella programmazione, quello non l’abbiamo”; quindi son rientrato e ad un certo punto un omino del cinema mi è comparso accanto e mi ha dato un biglietto omaggio. Che non so dove sia finito, ma inzomma. Beh era una merda.
Quindi dicevo che volevo, ma in realtà si sarebbe ridotto a un luogo zeppo di parole e lamentele per quanto siano brutti ormai i film di Xavier Dolan, e se non si sia a questo punto bruciato tutto il capitale di credibilità e aspettative che si era costruito coi suoi primi film al fulmicotone. Diciamo fino a Mommy? Cioè basta no? Oppure: a che punto diciamo basta? E su quanto fosse brutto pure L’anno che verrà, anche se ho sentito di gente a cui piace.
Alla fine più sensato ho trovato scrivere il pezzo sull’unico film FRANCESE gay che davvero mi ha divertito (impara, Xavier, basta con questi gay tristanzuoli che scoprono/accettano/rifiutano la loro sessualità recondita e annessi e connessi – che in francese si dice, ed è molto bello, tenant et aboutissants). Le troppe pretese uccisero il gatto – e comunque era da vedere anche Les miserables, preciso sconfinando nell’ovvietà.
Dis donc: un campione di nuoto francese, Matthias (tra l’altro uno dei registi si chiama Maxime, quindi fa Matthias e Maxime, come il titolo di Dolan, coincidenze? Noi di xyz crediamo proprio di no) bestemmia e sclera, ah no, tira un insulto omofobo a un intervistatore in diretta tv. Ma la rivoluzione non passerà in tv, e la federazione per perdonarlo lo obbliga ad allenare una squadra di pallanuoto gay con l’obiettivo di partecipare ai gay games – già solo come suona gay games mi fa abbastanza ridere. Ci sono tutta una serie di “ovviamente”, perché neanche la commedia in genere fa la rivoluzione, infatti si tratta di un filmetto leggero ma fatto assai bene, che tira il filo e in equilibrio lo percorre. Ovviamente Matthias non è del tutto scemo ma abbastanza macho, e con ‘sti finocchi non vorrebbe averci a che fare, ha qualche problema in famiglia, imparerà a conoscerli e conoscersi, accettandoli e non più giudicandoli, recuperando così il rapporto con la figlia.
Avendo un’intera squadra di gay si cerca di coprire un po’ tutto lo spettro, dal trans all’esuberante, dal gay padre a quello delle lotte politiche, e a quello col cancro che ovviamente… Ed è un altro elemento di equilibrio, perché tra tutti sono abbastanza da poter, mischiandoli, generare le varie situazioni, fino al picaresco viaggio di autoscoperta, su bus scoperto, per andare ai gay games. Quanto mi piace dire gay games. Come detto in testa, almeno qui non c’è pietismo, né il dramma del sentimento respinto che nasce dentro e ci strazia, ma tanti modi di essere che portano al vivere di squadra dei gamberetti pagliettati (che sarebbe il titolo originale), e anche gli alti e bassi della squadra efficacemente sono resi dal gruppo di attori che oh, sembra crederci, e riuscirci, davvero, a sembrare un gruppo di persone che lotta e si diverte insieme.
Curiosa infine la passione dei francesi per le commedie con gente nell’acqua, tipo 7 uomini a mollo o L’effetto acquatico (o ce n’era un altro che adesso non mi viene di quella coppia che i film muti o quasi). Boh son strani, son francesi. E facessero meno film, diamine.
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Les crevettes paillettées (2019, Francia, 100 min)
Regia e sceneggiatura: Cédric Le Gallo e Maxime Govare
Soggetto: Cédric Le Gallo
Fotografia: Jérôme Alméras
Musiche: Thomas Couzinier, Frédéric Kooshmanian
Interpreti principali: Nicolas Gob (Matthias Le Goff), Alban Lenoir (Jean), Michaël Abiteboul (Cédric), David Baiot (Alex), Romain Lancry (Damien), Roland Menou (Joël), Geoffrey Couët (Xavier), Romain Brau (Fred), Félix Martinez (Vincent), Pierre Samuel (Bertrand), Maïa Quesemand (Victoire), Jean-Louis Barcelona (Hervé Langlois)
Come non essere d’accordo su Dolan? Tra qualche giorno nell’Arena estiva da me daranno Mathias & Maxime, e già tremo all’idea di vedere l’ennesimo film uguale a tutti gli altri in cui lui, povero cucciolo maltrattato, ne prende un sacco e una sporta da tutti gli altri personaggi brutti e cattivi.
Questo film in particolare non l’ho visto, ma l’altra sera sono finalmente tornato al cinema e sono inciampato anche io nell’invasione francofona con High Life.
Ma tanto sappiamo tutti che questo è tutto cinema-metadone in attesa che finalmente arrivi Tenet.
Già in sto periodo in pochi stanno andando al cinema, poi se mettono solo film francesi ce le andiamo proprio a cercare eh😁
Chiusa la piccola parentesi sciovinista, concordo sul fatto che questi film è meglio se siano divertenti