Al cinema: Elvis, di Baz Luhrmann

Non sapevo bene cosa aspettarmi entrando in sala per vedere Elvis, se non che queste aspettative puntavano quasi tutte verso il basso. Come ripeto spesso, io sono molto ignorante in fatto di musica e anche su Elvis Presley la mia conoscenza si limita quasi esclusivamente al sentito dire e ai brani universalmente più famosi, per cui un biopic su di lui non era esattamente in cima alle mie priorità; se aggiungiamo che avevo già visto il protagonista, Austin Butler, solo in quella schifezza di The Shannara Chronicles ero già pronto a metterci una pietra sopra. Come spesso accade, però, sono stati i nomi ad attirarmi, in questo caso Baz Luhrmann e Tom Hanks; così ho ceduto, l’ho visto ed è stato… diciamo che è stato diverso da quello che mi aspettavo.

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Al cinema: Edison – L’uomo che illuminò il mondo, di Alfonso Gomez-Rejon

downloadSono uno spettatore semplice: vedo dei nomi sul cartellone, compro il biglietto e guardo il film. Questa abitudine, vedere dei film senza sapere altro che i nomi dei coinvolti, porta a volte a discrete sorprese, altre a cocenti delusioni, e a volte ancora verso film che non sai bene come giudicare: belli, sì, che ti intrattengono, ma che non riescono a toglierti di mente l’idea che si poteva fare di più. È esattamente questa l’impressione che mi ha lasciato Edison – L’uomo che illuminò il mondo, autoesplicativo titolo italiano scelto al posto del ben più evocativo The Current War, un biopic molto tradizionale che si concentra su uno degli snodi fondamentali della storia, che ha plasmato il mondo per come lo conosciamo oggi.

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Fly Me to the Moon: #6 – Apollo 13, ovvero: quando la Luna iniziava a stufare, ecco l’incidente che risolleva la suspense

La frase non era nemmeno quella.

Cambia il tempo verbale… cosa vuoi che sia?

Eppure, messa in quel modo, contribuisce a generare un maggior pathos rispetto a quella originale.

Sono passate 55 ore e 55 minuti da quando l’Apollo 13 è partito da Cape Canaveral, alle 2:13 del pomeriggio dell’11 aprile 1970.

Jack Swigert, uno dei membri dell’equipaggio, si rivolge al controllo missione: “Okay, Houston, we’ve had a problem here“.

Passano 8 secondi: “This is Houston. Say again please“.

Al che interviene il comandante della missione, il capitano Jim Lovell: “Houston, we’ve had a problem. We’ve had a main B bus undervolt

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Al cinema: Rocketman, di Dexter Fletcher

Non credo di aver mai parlato del mio leggero daltonismo. Che non incide – almeno credo – sulla mia capacità di gustarmi sfumature e accostamenti cromatici, o di apprezzare o meno la fotografia di un film (o la fotografia in generale). Semplicemente ho qualche problema nel distinguere i colori quando sono troppo vicini, come in quei cerchi pieni di pallini in cui devi riconoscere un numero. Quei test che ti fanno dall’oculista e in cui faccio generalmente scena muta. Tutto ciò per dire che non ho preso bene la scelta della Marv Films, una delle case di produzione che ha finanziato Rocketman, di presentarsi prima dell’inizio del film con un logo ricavato da una tavola di Ishihara. Eppure la mia discromatopsia non mi ha impedito di gustarmi i coloratissimi costumi, occhiali e copricapi di Sir Elton John, protagonista di questo biopic di Dexter Fletcher.

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Al cinema: Una Giusta Causa, di Mimi Leder

54961Come tutti gli anni, anche questa volta ho approfittato dei CinemaDays, e, come tutti gli anni, grazie al prezzo ridotto all’osso mi sono buttato a vedere cose che altrimenti avrei considerato con interesse ma rimandato a un futuro indefinito. Ho visto così il sorprendente Captive State e, soprattutto, Una Giusta Causa, del quale non sapevo nulla e che mi ha invece molto favorevolmente colpito, soprattutto grazie alla sua protagonista, Felicity Jones, della quale ho deciso di recuperare tutto. D’altronde l’estate si avvicina, e a cos’altro servono le lunghe giornate di sole?

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Al cinema & Speciale Oscar 2019: Green book, di Peter Farrelly

Un nero raffinato pianista che wow e un grezzo elettore grillino dalle mani grosse e il cuore grande, in viaggio per l’America di quando i nigga li gonfiavano di botte, impareranno a conoscersi e rispettarsi e amicizia e bla. Ecco, questo è tutto il film, e lo si poteva dire dopo aver visto il trailer. E nemmeno tutto eh! Metà.

Al netto di questa mia polemica sulla prevedibilità dei film – da un lato mi sono reso conto che ormai i film che trovo belli sono quelli che un po’ di stupore lo tirano fuori, dall’altro che sono un cagacazzo, e o sto zitto sempre o ho da ridire su tutto, c’est pourquoi finisce che nessuno mi sopporta :/

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Al cinema & Speciale Oscar 2019: Vice – L’uomo nell’ombra, di Adam McKay

Con buona pace dei latinisti e dei puristi, iniziamo col dire che il titolo va pronunciato vais, altrimenti si perde il doppio senso di una parola che in inglese significa contemporaneamente vice e vizio. Non che Dick Cheney, il personaggio immortalato in questa pellicola di Adam McKay, avesse particolari vizi. O almeno: ne aveva uno soltanto, ma bello grosso. Il potere. Tanto che era pronto a dire di no alla vicepresidenza degli Stati Uniti perché ritenuto un ruolo poco prestigioso. Più o meno come uno direbbe no all’invito ad una festa di compleanno di un cugino di terzo grado.

Ma il buon Dick aveva intuito che quello non sarebbe stato un ruolo da vicepresidente come gli altri. Strette di mano, tagli di nastro alle inaugurazioni. Lì si trattava di fare il vice di George W. Bush, uno che a malapena ti sa fare la O col bicchiere.

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Al cinema: Bohemian Rhapsody, di Bryan Singer (e Dexter Fletcher)

È sicuramente uno dei film più attesi del 2018 e i primi dati degli incassi (quasi 3 milioni e mezzo di euro nei primi tre giorni di proiezioni) stanno dando ragione a chi lo riteneva tale. Bohemian Rhapsody racconta la storia del gruppo inglese dei Queen, dalla loro formazione, nel 1970, ad uno dei momenti più alti raggiunti dalla band, la partecipazione al concerto di beneficenza Live Aid tenutosi a Wembley nel 1985. È un film sui Queen, ma è anche e soprattutto un film sul frontman del gruppo Freddie Mercury, che amava definirsi il solista più che il leader della band.

I Queen sono stati uno dei gruppi di maggior successo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, ragion per cui l’approccio ad un film come Bohemian Rhapsody può avvenire essenzialmente in tre modi.

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Al cinema: First Man – Il Primo Uomo, di Damien Chazelle

locandinaQuando è stata diffusa la notizia che Damien Chazelle avrebbe diretto il biopic su Neil Armstrong si è scatenata l’ilarità generale: dopo ben tre film musicali, le malelingue dissero che il regista Premio Oscar per La La Land avesse sbagliato Armstrong e si ritrovasse ora costretto a raccontare la storia di un astronauta invece di quella di un jazzista. Mentre tutti ridevano, però, Chazelle ha lavorato, e il risultato è First Man, un film capace di segnare un punto fisso all’interno della sua filmografia funzionando come spartiacque tra una produzione segnata dal cinema di genere, quello musicale, e una invece interessata a raccontare storie molto diverse sebbene con un occhio di riguardo agli elementi che hanno reso perfettamente riconoscibili i suoi film, primo tra tutti l’attenzione maniacale rivolta al sonoro.

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