Al cinema: 1917, di Sam Mendes

E’ quasi inevitabile che le discussioni attorno a quest’opera si incentrino principalmente su questioni tecniche: i due piani sequenza di cui si compone il film; gli stacchi fittizi (à la Hitchcock) all’interno di essi; la mobilità della macchina da presa. Discorsi sicuramente necessari, ma che non devono far perdere di vista il fatto che Mendes usi questi espedienti non come mero esercizio di stile, bensì per rincorrere – a suo modo – la chimera della piena immersione dello spettatore nell’opera, con risultati straordinari.

Le carrellate nelle affollatissime trincee sono debitrici di Kubrick e del suo Paths of Glory, è innegabile. Come è innegabile che con quelle lunghe camminate Mendes ci scaraventa dentro quelle trincee in una sorta di tapis-roulant interattivo, che certe moderne tecnologie di realtà virtuale avrebbero solo da imparare.

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Su Netflix: The Vietnam War, di Ken Burns e Lynn Novick

Chi utilizza i software di editing multimediale made in Cupertino (iPhoto, iMovie e Final Cut Pro) sicuramente avrà sentito parlare di Ken Burns, regista di documentari newyorkese il cui nome è stato associato dalla Apple ad uno dei più semplici ma suggestivi effetti di montaggio video. Il Ken Burns effect consiste nello zoomare lentamente, avanti o indietro, su una fotografia, o nello spostarsi su di essa con l’equivalente di una panoramica. Un effetto che oggi viene largamente utilizzato dai registi televisivi e dai documentaristi, e che in realtà non è stato inventato da Ken Burns, bensì soltanto da questi utilizzato intensivamente e proficuamente per i suoi documentari, tra cui la sua ultima fatica, The Vietnam War.

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Addio a Bruno Ganz: La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler, di Oliver Hirschbiegel

Berlino è la città in cui sono ambientati i due film per i quali era maggiormente conosciuto, e proprio mentre si svolgeva la sessantanovesima Berlinale è giunta la notizia della morte di Bruno Ganz, attore svizzero di madre italiana nato a Zurigo il 22 marzo del 1941.

La Berlino grigia e malinconica di Wim Wenders in Der Himmel über Berlin (Il cielo sopra Berlino), il film che ha consacrato Ganz a livello internazionale con il ruolo da protagonista dell’angelo Damiel.

E la Berlino del 1945, devastata e circondata dai russi, di Der Untergang, il film scelto per ricordare questo grande interprete del cinema europeo.

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Speciale Oscar 2018: L’ora più buia, di Joe Wright

churchill 1Quello che si è appena concluso verrà ricordato come l’anno dei film sull’evacuazione di Dunkerque, episodio bellico apparentemente secondario nell’economia del secondo conflitto mondiale (non di certo per gli inglesi) che è stato rispolverato da ben due pellicole uscite nel 2017, che insieme hanno raccolto quattordici nomination agli Oscar, tra cui – per entrambe – quella a miglior film. Se quella di Christopher Nolan, uscita in Italia la scorsa estate, si concentrava sulle fasi realizzative dell’Operazione Dynamo, che portò al salvataggio di circa trecentomila soldati intrappolati nella sacca di Dunkerque (o Dunkirk per utilizzare il nome inglese della cittadina, che ha dato il titolo al film), Darkest Hour parla (anche) di quello stesso avvenimento inquadrandolo invece nel contesto del primo mese del premierato di Winston Churchill, succeduto a Neville Chamberlain sulla poltrona di primo ministro britannico proprio nel peggiore dei momenti, quello dell’avanzata inarrestabile delle forze di Hitler nell’Europa occidentale, che sembrava si dovesse trasformare, da un momento all’altro, nell’invasione della Gran Bretagna.  Continua a leggere “Speciale Oscar 2018: L’ora più buia, di Joe Wright”

Speciale Russia (Confronti): tre film sulla battaglia di Stalingrado (a 75 anni dalla sua conclusione)

stalingrad pic 2Prosegue il nostro Speciale dedicato alla Madre Russia, e devo dire che sta portando anche una discreta fortuna, visto che una settimana dopo che lo abbiamo cominciato l’Italia non si è qualificata per il mondiale che si terrà a giugno proprio da quelle parti. Ad ogni modo, in questi giorni ricorrono alcuni importanti anniversari legati al Paese che fu degli zar, due dei quali riguardano uno dei più grandi registi sovietici (forse il più grande in assoluto): Sergej Michajlovič Ėjzenštejn. Il 22 gennaio, infatti, si sono celebrati i 120 anni dalla nascita del Maestro di Riga (attuale capitale della Lettonia, ma al tempo facente parte dell’Impero zarista), mentre l’11 febbraio ricorreranno i 70 anni dalla sua scomparsa, essendo egli morto pochi giorni dopo il suo cinquantesimo compleanno. Ma soprattutto, oggi si celebrano i 75 anni dalla fine della battaglia di Stalingrado, uno degli avvenimenti bellici più importanti della Storia del Novecento.  Continua a leggere “Speciale Russia (Confronti): tre film sulla battaglia di Stalingrado (a 75 anni dalla sua conclusione)”

Al cinema: Una questione privata, di Paolo e Vittorio Taviani

una questione privata 1Che nel 2017 si portino sul grande schermo storie sulla Resistenza, senza che vi siano particolari ricorrenze o celebrazioni, è sicuramente una buona notizia, considerata la fugacità dell’italica memoria e il preoccupante rifiorire di movimenti o anche soltanto atteggiamenti apologetici del nazi-fascismo e irrisori o negazionisti verso ciò che è stato il male assoluto del Novecento, l’Olocausto.

Ecco perché il nuovo film dei fratelli Taviani non può che ricevere un plauso a prescindere, quanto meno per la sua funzione sociale e di ripristino della memoria collettiva. Peccato che, come tutti i film di nicchia, sia destinato a passare relativamente inosservato, come dimostrano i modesti incassi e la dicitura (invero largamente presente nelle produzioni made in Italy) che dà notizia dei contributi pubblici ricevuti per il valore storico-culturale dell’opera riconosciuto dalle istituzioni (il che significa, come noto, che senza quei soldi il film non si sarebbe fatto).  Continua a leggere “Al cinema: Una questione privata, di Paolo e Vittorio Taviani”

contemporary stuff: The Wall, di Doug Liman

The Wall 01Doug Liman, i cui lavori da regista più noti sono probabilmente Mr. & Mrs. Smith, The Bourne Identity e Edge of Tomorrow, ha fatto capolino quest’anno nelle sale italiane con Barry Seal – Una storia americana. Qualche mese fa, però, è uscito in vari Paesi del mondo un’altra sua produzione, meno nota ma abbastanza interessante: The Wall.

Come si evince dalla sua produzione, Liman si dedica perlopiù a thriller, pur con sfumature differenti a caratterizzarli. Non c’è da stupirsi, dunque, se anche in The Wall l’azione è elemento predominante. Il contesto è quello della guerra in Iraq, probabilmente il conflitto più avversato negli U.S.A. dai tempi del Vietnam.  Continua a leggere “contemporary stuff: The Wall, di Doug Liman”

Speciale Oscar 2018: Dunkirk, di Christopher Nolan

dunkirk 1La capacità di districarsi con disinvoltura all’interno dei generi cinematografici è da sempre ritenuta uno dei metri di giudizio più significativi per valutare la grandezza di un regista. Lo sa bene Christopher Nolan, che dopo essersi cimentato con il noir, il thriller, il cinecomic e la fantascienza ha rispolverato per la sua nuova fatica il war movie, genere finito in un onesto secondo piano negli ultimi vent’anni. Una pellicola attesissima questo Dunkirk, come abbiamo già avuto modo di sottolineare. Probabilmente la più attesa della stagione insieme all’ottavo Star Wars e al sequel di Blade Runner. Ad allungare l’ansia da Dunkirk ci si è messo pure il distributore, che ha deciso di far uscire la pellicola in Italia con oltre un mese di ritardo rispetto al resto del mondo, a causa del fatto che nel nostro Paese la gente non va al cinema in piena estate (o almeno così pare) e che dunque sarebbe un suicidio proporre uno dei film di cassetta del 2017 in tale periodo dell’anno. Continua a leggere “Speciale Oscar 2018: Dunkirk, di Christopher Nolan”

Confronti: 5 film sulla seconda guerra mondiale nel Canale della Manica (aspettando Dunkirk)

aspettando dunkirk 0Sale l’attesa per Dunkirk, il film di Christopher Nolan che tra 5 giorni uscirà nelle sale italiane, dopo essere sbarcato nei cinema di mezzo mondo già nel mese scorso (del perché di questo delay ne abbiamo parlato qui). Un film attesissimo, sia per il regista che lo ha confezionato, ormai diventato un autore di culto, sia perché narra di alcune vicende della seconda guerra mondiale relativamente poco conosciute ma estremamente importanti. Continua a leggere “Confronti: 5 film sulla seconda guerra mondiale nel Canale della Manica (aspettando Dunkirk)”