Touch of modern: I Gemelli, di Ivan Reitman

[In occasione dei 75 anni del mitico Arnold Schwarzenegger, che si festeggeranno il 30 luglio, vi proponiamo alcune recensioni di suoi film più o meno noti]

Prima di conoscere Arnold Schwarzenegger per i suoi film d’azione, per Terminator, per Predator, per Conan e tutti i suoi altri ruoli più iconici e famosi, l’ho conosciuto con le sue commedie; che sono la parte minoritaria e generalmente meno memorabile della sua filmografia, lo ammetto, ma ero piccolo ed erano tutto ciò che di suo mi era concesso vedere, e proprio per questo motivo ho scelto di celebrare la figura dell’attore con quella che è la sua commedia di maggior successo, I Gemelli, diretto da Ivan Reitman e in cui il nostro recita al fianco di Danny DeVito. È indubbiamente stato una scommessa per tutti questo film, uno di quei progetti che può solo andare in due modi: o straordinariamente bene o disastrosamente male. Il risultato al botteghino ha premiato tutti i coinvolti, soprattutto Schwarzenegger che, oltre a ottenere il più alto pagamento della sua carriera, ha anche saputo dimostrare di potersi svincolare dal typecasting e dimostrare la sua versatilità.

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Contemporary stuff: Annette, di Leos Carax

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Era veramente  tanto tempo che non mi sentivo così guardando un film. Complice anche la  sala vuota, che ha fatto somigliare l’esperienza a una visione privata e mi ha permesso di godermi Annette in totale relax come sul divano di casa mia, mi sono concesso di lasciarmi assorbire e trascinare dal film facendomi coinvolgere come non mi accadeva da tantissimo tempo, al punto da pendere letteralmente dalle labbra di Leos Carax e della sua bizzarra creatura, un film curioso e strano che, sebbene a prima vista possa apparire spiazzante, si rivela in realtà un prodotto suggestivo e affascinante come pochi; sarà anche che si tratta del primo film di Carax che vedo, ma ho veramente amato Annette!

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Contemporary stuff: Elegia Americana, di Ron Howard

Si è un po’ tutti concordi, mi sembra, nel non considerare Elegia Americana un gran film, che se non altro ci regala la gag di trovare la stessa attrice, Glenn Close, candidata per lo stesso ruolo sia come Miglior attrice non protagonista agli Academy Awards, sia come Peggior attrice non protagonista ai Razzie Awards; un risultato non inedito ma che fa sorridere e getta luce sulla soggettività di certi giudizi anche in ambito ufficiale, figuriamoci su un blog. All’interno dello spettro di reazioni di fronte a Elegia Americana mi trovo verso l’estremo più accondiscendente: certo, non è un gran film e non credo lo si ricorderà a lungo, ma mi sono scoperto sempre più partecipe delle sorti dei personaggi man mano che i minuti passavano per cui non può essere davvero tutto da buttare.

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Al cinema: High Life, di Claire Denis

high_life_locLa settimana scorsa sono finalmente tornato al cinema, vedendo il mio primo film in sala da Febbraio; erano anni che non passavo così tanto tempo senza andare al cinema, ed è stata un’esperienza un po’ estraniante, il segno che effettivamente la vita sta tornando quella di prima, nonostante la mascherina che ho dovuto/scelto di tenere indosso per tutto il tempo. La sensazione di estraniamento dovuta all’essere in sala è stata pari solo a quella provocata dal film stesso, High Life, distribuito nel 2018 ma uscito in Italia solo ora, visto che siamo sempre sul pezzo e i prodotti più impegnativi li facciamo uscire quando possiamo essere più sicuri che nessuno li andrà a vedere, tipo in una combinazione tra post-pandemia globale e canicola agostana.

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Su Netflix: La Famiglia Willoughby, di Kris Pearn

La-famiglia-Willoughby-2020-film-posterC’è sempre un certo grado di scetticismo nel momento in cui Netflix presenta un film originale: una ormai lunga tradizione di amare e mediocri sorprese hanno raffreddato gli animi e reso diffidente anche lo spettatore più ottimista. Capita però a volte che, anche nel bel mezzo del periodo più nero della storia contemporanea, una piccola sorpresa arrivi a scaldare il cuore e ridare fiducia nel colosso dello streaming, una sorpresa passata magari per lo più in sordina, non molto pubblicizzata o chiacchierata. Questa è stata la sorte di La Famiglia Willoughby, un piccolo film d’animazione che ho scoperto davvero per caso ma che si è dimostrato un prodotto pregevole e sorprendente, soprattutto per il candore con cui affronta un argomento quantomeno controverso. Ma andiamo con ordine, e vediamo di cosa parla; attenzione, faccio spoiler!

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