[Più che una recensione – per la quale in questo caso, più che mai, servirebbe una seconda visione – una serie di impressioni e riflessioni a caldo, rigorosamente in modalità no spoiler; anche perché fare spoiler di un film così, senza perdersi in almeno un paio di paginette (e senza perdere il lettore dopo poche righe), è davvero molto difficile…]
[1] Chissà cosa penserebbero i Lumière di Tenet. Del fatto che la loro intuizione – semplice, ma allora già geniale – illustrata in Demolition d’un mur, avrebbe potuto portare, oltre centoventi anni dopo, a quest’opera intricatissima e contorta, sicuramente avvincente, ma non di immediata comprensione.
Perché Tenet è un film che si divide tra un abstract che potrebbe tranquillamente sintetizzarsi in una ventina di parole, senza troppe difficoltà, e un intreccio che invece diventa estremamente complicato qualora si voglia tentare di scendere nei dettagli o illustrare come quella trama si dipana. Se mai ci fosse il bisogno di farlo.
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