Al cinema: Elvis, di Baz Luhrmann

Non sapevo bene cosa aspettarmi entrando in sala per vedere Elvis, se non che queste aspettative puntavano quasi tutte verso il basso. Come ripeto spesso, io sono molto ignorante in fatto di musica e anche su Elvis Presley la mia conoscenza si limita quasi esclusivamente al sentito dire e ai brani universalmente più famosi, per cui un biopic su di lui non era esattamente in cima alle mie priorità; se aggiungiamo che avevo già visto il protagonista, Austin Butler, solo in quella schifezza di The Shannara Chronicles ero già pronto a metterci una pietra sopra. Come spesso accade, però, sono stati i nomi ad attirarmi, in questo caso Baz Luhrmann e Tom Hanks; così ho ceduto, l’ho visto ed è stato… diciamo che è stato diverso da quello che mi aspettavo.

Continua a leggere “Al cinema: Elvis, di Baz Luhrmann”

Al cinema: Animali Fantastici – I Segreti di Silente, di David Yates

C’era del dubbio, nella mia testa, se andare a vedere Animali Fantastici – I Segreti di Silente, e per diverso tempo sono stato più indirizzato verso il no: a me I Crimini di Grindelwald, nonostante le evidenti assurdità di trama, non aveva fatto schifo come a tutto il mondo, ma le notizie sempre meno allettanti sulla difficilissima produzione del terzo capitolo avevano smorzato anche quello che restava del mio fioco entusiasmo, e ormai non mi aspettavo altro che un fallimento. Poi, di punto in bianco, mi hanno chiesto di andare al cinema il giorno di Pasqua e ho pensato “ma sì, dai, vediamo cosa ne è venuto fuori”. Quello che ne è venuto fuori è un film che passa due ore e mezza a cercare di mettere pezze su tutto quello che ha combinato il capitolo precedente: qualcosa viene salvato, qualcosa no, qualcosa te lo fai andare bene, qualcos’altro rimane monco, e alla fine ci si appiccica un bel finale posticcio nell’eventualità – piuttosto concreta, in realtà – di un boicottaggio e di un nuovo flop. 

Continua a leggere “Al cinema: Animali Fantastici – I Segreti di Silente, di David Yates”

Al cinema: Licorice Pizza, di Paul Thomas Anderson

Quando dici P.T. Anderson dici uno dei registi più apprezzati dai cinefili contemporanei. Da cui l’hype per un film come Licorice Pizza, forse il più atteso del primo semestre di quest’anno, almeno per quanto riguarda il cinema d’autore anglo-americano.

Spostare l’asticella sempre più in alto è difficile innanzitutto per lo stesso regista, atteso al varco dopo un capolavoro come Il filo nascosto e dopo aver dimostrato di saper spaziare abilmente tra temi, ambientazioni, periodi storici.

Licorice Pizza è innanzitutto un film straordinario dal punto di vista registico, girato magnificamente pressoché in ogni sequenza. A partire da quella iniziale in cui vengono presentati i due ottimi protagonisti, una slanciatissima (e lanciatissima) Alana Haim e il figlio di Philip Seymour Hoffman, Cooper, che di questo passo si toglierà ben presto l’etichetta non sempre così piacevole di figlio d’arte per consacrarsi quale giovane promessa del panorama attoriale maschile americano.

Continua a leggere “Al cinema: Licorice Pizza, di Paul Thomas Anderson”

Al cinema: Da sempre, di Giovanni Bufalini

È il 1263 e il Vescovo di Orvieto, scortato da un Messere, deve portare ad Orvieto le Sacre Reliquie del Miracolo Eucaristico di Bolsena. Il percorso è breve ma un oscuro Mendicante vuole impedire in ogni modo che i due giungano alla meta. E, come non bastasse, a rendere ancora più incerto il viaggio, nelle campagne infuria la peste. Ovviamente Vescovo e Messere giungeranno a destinazione, ma non senza qualche problema; da questo miracoloso evento nascerà il Duomo e, in tempi più recenti, il Corteo Storico di Orvieto, simbolo stesso della città, dei suoi cittadini.

È il 2020 e a Orvieto, ma non solo, la pandemia ha bloccato ogni attività, compreso il Corteo Storico che dal 1951 non aveva mancato un appuntamento. Eppure, qualcuno non si è arreso, c’è chi ha scelto di raccontare questo periodo, senza alcuna retorica.

Continua a leggere “Al cinema: Da sempre, di Giovanni Bufalini”

Al cinema: Belfast, di Kenneth Branagh

Sono anni frenetici per Kenneth Branagh, che salta da un progetto all’altro come un’ape iperattiva da un fiore al successivo: con quasi un film all’anno, Branagh ha spaziato dal fiabesco al murder mistery, dal dramma storico all’urban fantasy, dal whodunit al dramma autobiografico di cui stiamo per parlare. Una produzione decisamente eclettica, quasi schizofrenica, che rende difficile inquadrare il lavoro del regista sotto un comune denominatore che non sia, il più delle volte, l’omaggio a grandi autori della letteratura inglese, come William Shakespeare o, più recentemente, Agatha Christie, e che ora si arricchisce di un tassello nuovo, profondamente personale, che prende prepotentemente le distanze dal grande cinema hollywoodiano a cui il regista si è dedicato negli ultimi anni: Belfast è infatti, in confronto, un film molto più piccolo e modesto, ma non per questo insignificante dal momento che Branagh lo usa per raccontarsi ed esplorare una parte fondamentale della sua storia personale.

Continua a leggere “Al cinema: Belfast, di Kenneth Branagh”

Al cinema: Diabolik, dei Manetti Bros.

Del “Re del Terrore” ho due ricordi: uno in bianco e nero e l’altro a colori.

Il primo risale agli anni Settanta, quando ero ragazzino e leggevo con avidità gli albi di Diabolik, rigorosamente in bianco e nero. Ero affascinato dalle sue invenzioni, su tutte le maschere che utilizzava per assumere l’identità di un’altra persona.

Il colore appartiene, invece, agli anni Ottanta, quando ho visto per la prima volta il film girato da Mario Bava. Devo confessare di essere rimasto molto deluso dall’opera: i due protagonisti principali erano lontani anni luce dagli “autentici” Diabolik ed Eva Kant.

Ed è comprensibile con quale stato d’animo, speranzoso e insieme timoroso, sia andato a vedere il film dei Manetti Brothers.

Continua a leggere “Al cinema: Diabolik, dei Manetti Bros.”

Al cinema: Dune, di Denis Villeneuve

Da appassionato di cinema e di letteratura di fantascienza non potevo non andare a vedere Dune. Anche solo per rendermi conto se questa volta produzione e regia fossero riusciti a trasportare in modo adeguato sul grande schermo quello che è un libro molto complesso, un’opera che non racconta una semplice storia ma descrive una civiltà. Un capolavoro del genere fantascientifico, opera prima di una epopea letteraria.

Insomma, più che una analisi dell’opera filmica, piuttosto la sua capacità di aver saputo intercettare e riprodurre lo spirito del libro, concepito nei favolosi anni Sessanta, ricchi di fermenti culturali. Dato che l’ho scritta di getto, il giorno dopo la visione del film, questa recensione è un pò “davinottata”, istintiva e corta, ma spero che risulti ugualmente interessante.

Continua a leggere “Al cinema: Dune, di Denis Villeneuve”

Al cinema: La vita nascosta – Hidden Life, di Terrence Malick

Siamo in Austria, in una valle – in una valle? Sul lato di una valle dove forse fanno lo yodle, e ci sono prati prati verdi verdi e grano grano, ma tutto diagonale così \ per cui già ti immagini gli abitanti di questo villaggio abbarbicato alla montagna che la metà delle loro cose, quasiasi cosa, se la perdono appena gli cade perché rotola a fondo valle. L’inizio è assai tipico dei film di Terenzio Malick, o anzi della sua concezione dell’amore: lui e lei come dei grulli si inseguono lanciando ridolini nei prati, figlie varie e bionde spuntano intorno come dei funghi – c’è di buono che almeno qui i protagonisti non sono dei figoni assurdi con vite misere e infelici, ho appena visto il terribile e fastidioso To the wonder, non riesco a liberarmene.

Continua a leggere “Al cinema: La vita nascosta – Hidden Life, di Terrence Malick”

Al cinema: Tenet, di Christopher Nolan (recensione espresso – no spoiler)

[Più che una recensione – per la quale in questo caso, più che mai, servirebbe una seconda visione – una serie di impressioni e riflessioni a caldo, rigorosamente in modalità no spoiler; anche perché fare spoiler di un film così, senza perdersi in almeno un paio di paginette (e senza perdere il lettore dopo poche righe), è davvero molto difficile…]

[1] Chissà cosa penserebbero i Lumière di Tenet. Del fatto che la loro intuizione – semplice, ma allora già geniale – illustrata in Demolition d’un mur, avrebbe potuto portare, oltre centoventi anni dopo, a quest’opera intricatissima e contorta, sicuramente avvincente, ma non di immediata comprensione.

Perché Tenet è un film che si divide tra un abstract che potrebbe tranquillamente sintetizzarsi in una ventina di parole, senza troppe difficoltà, e un intreccio che invece diventa estremamente complicato qualora si voglia tentare di scendere nei dettagli o illustrare come quella trama si dipana. Se mai ci fosse il bisogno di farlo.

Continua a leggere “Al cinema: Tenet, di Christopher Nolan (recensione espresso – no spoiler)”