Speciale Oscar 2018: Lady Bird, di Greta Gerwig

lady birdLo sapevo che andava a finire così: l’ultimo arrivato (in Italia), il più piccolo e probabilmente il meno titolato a vincere la statuetta come miglior film, è quello che ho amato di più. No, tranquilli, non vi dirò di puntare su questo cavallo, so bene che la mia è pura infatuazione e non credo di avere così tanti argomenti per convincervi. Per molti è un filmetto “radical chic”, per altri è tutt’al più un film carino, del tipo “che ci sta a fare in mezzo a quei giganti“, per altri ancora non è altro che la quota rosa avanzata dall’Academy. Per me Lady Bird è la consacrazione di una brillante donna di cinema, Greta Gerwig; la prova definitiva di un’attrice che amo molto, Saoirse Ronan; la controprova che Lucas Hedges è un talento in sorprendente evoluzione, ingiustamente adombrato dal divo del momento Timothée Chalamet.

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Speciale Oscar 2018: Il filo nascosto, di Paul Thomas Anderson

il filo nascosto 1Per un’ora sembra quasi che lo spirito di James Ivory si sia impossessato di Paul Thomas Anderson, che decide di ambientare il suo ottavo lungometraggio in una Londra anni Cinquanta asettica e alto borghese, una comfort zone atipica e spiazzante. Poi il nostro esce alla scoperta, poco alla volta, in un climax totalmente controllato, che a tratti lascia credere di essere di fronte al più sofisticato dei sentimental thriller, o forse alla più cinica e raffinata storia d’amore di taglio classico. O forse ad entrambe le cose.

Se Shakespeare fosse vissuto ai nostri tempi (sempre che sia mai esistito) avrebbe probabilmente scritto una sceneggiatura come quella di Phantom Thread.

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Speciale Oscar 2018: La forma dell’acqua, di Guillermo Del Toro

tsowL’acqua è l’elemento centrale di questo racconto fantastico del messicano Guillermo Del Toro, non quella degli abissi di un oceano o lo specchio palustre di una giungla amazzonica, bensì quella di una semplice vasca. Sia essa quella di un laboratorio segreto o quella di un bagno, l’elemento e il suo arcano sono confinati in un incavo di smalto e vetroresina. Serve il sentimento per far fuoriuscire il timido mostro della nostra fantasia, come nell’immaginazione fanciullesca in cui l’acqua invadeva le stanze fino a riempirle con buona pace di ogni suspension of disbelief, ogni via di fuga tappata e sigillata con un semplice asciugamano. Nella onirica sequenza iniziale tutto galleggia attorno alla “grande bambina” Eliza Esposito, che dorme beata in un appartamento sopra al cinema Orpheus; l’elemento avvolgentemente erotico in cui si coccola quotidianamente la travolgerà mostruosamente.

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Speciale Oscar 2018: The Post, di Steven Spielberg

The-PostUtilizzando due termini ormai d’uso comune nel linguaggio cinematografico e televisivo, The Post può essere considerato uno spin off del Nixon di Oliver Stone e un prequel di Tutti gli uomini del presidente di Alan J. Pakula. La vicenda narrata all’interno del trentunesimo lungometraggio di Steven Spielberg (considerando soltanto quelli usciti per il grande schermo) è difatti inquadrata cronologicamente all’interno del primo mandato della presidenza di Richard Nixon ed è prodromica allo scoppio dello scandalo che porterà alle dimissioni di quest’ultimo per evitare l’impeachment, l’affaire Watergate, oggetto del film di Pakula e che viene citato nel finale della pellicola con una scelta stilistica che richiama quelle analoghe delle serie tv.

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Speciale Oscar 2018: Chiamami col tuo nome, di Luca Guadagnino

locandinaGaebrey! Stare lì a grattarsi la panza, ma con costanza, e ad aspettare che Mafalda ci porti l‘orzata, questa è l’estate di Elio&family, una non molto simpa famiglia di ebrei italoamericani nella loro villa decadente nei pressi di Crema, “da qualche parte nel nord Italia”. 1983, il padre professore di archeologia ogni estate accoglie uno studente jewish americano a finire la tesi or whatever. Arriva praticamente Capitan America, nella persona di Oliver, grande grosso ciula e balosso. No vabbè, Oliver è un figo, è intelligente, ha delle braghette corte proprio 80s e Elio gli deve cedere la stanza.

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Speciale Oscar 2018: L’ora più buia, di Joe Wright

churchill 1Quello che si è appena concluso verrà ricordato come l’anno dei film sull’evacuazione di Dunkerque, episodio bellico apparentemente secondario nell’economia del secondo conflitto mondiale (non di certo per gli inglesi) che è stato rispolverato da ben due pellicole uscite nel 2017, che insieme hanno raccolto quattordici nomination agli Oscar, tra cui – per entrambe – quella a miglior film. Se quella di Christopher Nolan, uscita in Italia la scorsa estate, si concentrava sulle fasi realizzative dell’Operazione Dynamo, che portò al salvataggio di circa trecentomila soldati intrappolati nella sacca di Dunkerque (o Dunkirk per utilizzare il nome inglese della cittadina, che ha dato il titolo al film), Darkest Hour parla (anche) di quello stesso avvenimento inquadrandolo invece nel contesto del primo mese del premierato di Winston Churchill, succeduto a Neville Chamberlain sulla poltrona di primo ministro britannico proprio nel peggiore dei momenti, quello dell’avanzata inarrestabile delle forze di Hitler nell’Europa occidentale, che sembrava si dovesse trasformare, da un momento all’altro, nell’invasione della Gran Bretagna.  Continua a leggere “Speciale Oscar 2018: L’ora più buia, di Joe Wright”

Speciale Oscar 2018: Una donna fantastica, di Sebastian Lelio

unamujerfIl nuovo cinema cileno, di cui Pablo Larraìn è certamente il portabandiera, è ancora nel pieno della sua fecondità creativa; lo dimostra la candidatura all’Oscar come miglior film straniero di quest’opera limpida e incisiva di Sebastian Lelio, autore decisamente in crescita, che racconta il dramma a fondo cieco di una donna. Marina ha appena perduto tragicamente il compagno in seguito a un aneurisma, ma non le viene concesso alcun tempo per elaborare il lutto, perchè il mondo le si stringe attorno, morbosamente curioso e malevolo, per indagare impietosamente sulla sua identità. Marina infatti non è nata donna ma lo è diventata (anzi, lo sta diventando) ed ha il volto dolce e determinato di Daniela Vega, prima attrice, cantante e modella transgender di successo nel mondo delle arti e dello spettacolo in Cile.

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Speciale Oscar 2018: The Square, di Ruben Östlund

the squareRecuperato fuori tempo massimo, questo gioiello del cinema europeo è andato subito a scombussolare la mia personale Top dei film del 2017 schizzando dritto al primo posto. Ruben Östlund è un nome che mi ero già segnato nel taccuino (ok, foglio excel) dei must watch dal suo trionfo all’ultima edizione del Festival di Cannes, quando si aggiudicò una Palma d’Oro in modo abbastanza inaspettato. La conferma della classe di questo regista svedese mi è arrivata con la visione di questo eccentrico film ambientato nel mondo dell’arte contemporanea, in cui le installazioni irrompono nella realtà in modo folle e assurdo (da vedere, perchè no, in abbinata con il recente bellissimo Animali notturni di Tom Ford). Centro della narrazione è il Palazzo Reale di Stoccolma che in un futuro distopico viene smantellato per farne un museo. La fine di una delle irriducibili e anacronistiche monarchie europee viene liquidata con un rapido sketch: gli operai ridacchiano mentre la statua equestre di Gustavo II viene rimossa con un maldestro movimento dell’argano che la danneggia.

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Speciale Oscar 2018: Scappa – Get Out, di Jordan Peele

scappa get out 1Manca un mese esatto alla notte degli Oscar ed è ora di rispolverare o vedere le pellicole che ne saranno protagoniste, la maggior parte delle quali uscite al cinema in questi giorni o che usciranno nelle prossime settimane. Abbiamo deciso di passare in rassegna, in questo Speciale Oscar 2018, le opere candidate come miglior film e come miglior film straniero; dunque, se vogliamo, quelle più importanti nella loro interezza. Qualcuna di esse (poche a dir la verità) sono uscite in Italia già l’anno scorso. E di alcune abbiamo già parlato:

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