
Il sottotitolo ci informa che siamo di fronte a un “manualetto per studenti”, ma in fondo siamo tutti studenti o almeno lo è chi ha una continua pulsione per l’apprendimento. Perché non si smette mai di imparare, come recita un adagio sempre meno attuale in una società sempre più pervasa dal Dunning-Kruger.
Questa “storia del cinema essenziale ma esaustiva” ha un approccio inedito e originale. Sicuramente non il solito approccio di quei saggi che seguono un ordine prettamente cronologico o per Paesi/cinematografie nazionali, o ancora di quelli che affrontano la storia del cinema seguendo la prospettiva dei vari movimenti e waves che si sono succeduti nei decenni.
“24 fotogrammi per una storia del cinema essenziale ma esaustiva”, come dice il titolo stesso, parte dal fotogramma, la monade dell’universo cinematografico, l’entità primaria e indivisibile del prodotto filmico, ma che in sé ha già la potenzialità di sviluppare un discorso compiuto su un determinato film, su un determinato tema o su una corrente o un autore.
Partire dall’infinitamente piccolo, il fotogramma, per arrivare all’infinitamente grande, la storia del cinema: un approccio che l’epistemologia del Novecento ci ha insegnato essere proprio della disciplina scientifica per eccellenza, la fisica, ma che può essere adattato, mutatis mutandis, anche alle discipline umanistiche, con la loro forse inevitabile soggettività che si pone in antitesi alle scienze esatte.
24. Come i fotogrammi che stanno in un secondo di film, in base al frame rate tradizionale, che resiste dai tempi dell’introduzione del sonoro, nonostante i plurimi tentativi di estenderlo, aumentando la frequenza.
La selezione non sarà stata semplice, ma c’è veramente tutto ciò che è fondamentale: Méliès, Griffith, Dreyer, Wells. Da cui partono discorsi mai troppo complicati, ma per l’appunto adatti al fruitore-studente, che sia il liceale, l’universitario, o semplicemente colui che studente si sente perché ha voglia di imparare.
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24 fotogrammi per una storia del cinema essenziale ma esaustiva, di Giampiero Frasca
2021, Dino Audino Editore, 126 pagg.
Grazie per avermi fatto scoprire il Dunning Kruger effect! X–D
Sono sempre utili questi libri, o manualetti, per (ri) scoprire capolavori del cinema che magari ci sono sfuggiti perché lontani da noi nel tempo… Io ne ho uno con 100 film da non perdere, ma è rimasto in ufficio 13 mesi e mezzo fa e devo ancora recuperarlo con tutti sto telelavoro… :–/