Speciale Vacanze – Vacanze avventurose: Un tranquillo weekend di paura, di John Boorman

un tranquilloNon a caso diamo il via a questo Speciale Vacanze con Un tranquillo weekend di paura. Perché ci siamo resi conto – mettendo giù una lista di film che parlano di viaggi e vacanze – che la maggior parte di essi finiscono male o comunque hanno un contenuto drammatico. E allora tanto vale partire in quarta con questo memorabile film di John Boorman, che nello smentire il mito del ritorno alla natura, trasforma una gitarella outdoor del fine settimana in un incubo senza fine, con una tensione che si comincia a manifestare fin dalle primissime scene.

Quattro amici di Atlanta decidono di trascorrere un weekend immersi nel verde con una gita in canoa lungo il corso di un fiume che a breve verrà sommerso (insieme ai desolati paesi che popolano la vallata) a causa dell’imminente costruzione di una diga idroelettrica.

Siamo nei Monti Appalachi, quella catena montuosa che attraversa quasi interamente la parte orientale degli Stati Uniti, da Alabama e Georgia a Sud fino al Maine a Nord, e lungo la quale si trovano alcune delle zone più povere del Paese. La cosiddetta Appalachia è un’area geografica tristemente nota negli USA per i tassi più bassi di istruzione e per il forte bigottismo della popolazione. In particolare la povertà è molto elevata in corrispondenza dello Stato del West Virginia. Altro che almost heaven (come cantava John Denver nella bellissima Take Me Home, Country Roads).

Ed infatti i quattro amici sono costretti a fronteggiare, fin da subito, l’ostilità della popolazione locale. Ciò nonostante si mettono comunque in acqua alla ricerca di avventura e di un momento di fuga dalla civiltà, ma ne vedranno davvero di tutti i colori, con un epilogo tragico per uno di essi.

Questo tema dello scontro tra comunità è assolutamente centrale nella pellicola: quella urbana colonizzatrice e quella rurale ritenuta inferiore. Due mondi che sembrano riunificarsi soltanto nella tragedia, con l’emblematica posa scomposta in cui viene ritrovato il cadavere di Drew, così simile a quegli handicap riscontrati nella popolazione locale (evidentemente a causa del proliferare dell’incesto) che tanto avevano lasciato basiti i quattro protagonisti al loro primo approccio con quella comunità di “bifolchi”.

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Deliverance è un film innovativo per il modo in cui tratta temi vecchi (la natura, per l’appunto) e nuovi (la famigerata scena dello stupro omosessuale). Soltanto tre anni dopo che Un uomo da marciapiede – con protagonista lo stesso Jon Voight – aveva sdoganato nei cinema a stelle e strisce l’argomento dell’omosessualità, ecco subito un nuovo cineasta pronto ad alzare il tiro, e di molto.

Assolutamente memorabile la sequenza iniziale in cui Ronny Cox e l’adolescente Billy Redden (truccato a puntino per sembrare un ragazzino deforme) suonano la celebre Dueling banjos. In realtà i due strumenti che duettano sono un banjo e una chitarra, che si rincorrono nei vari riff richiamanti l’altrettanto celebre Yankee Doodle, inno dello Stato del Connecticut. Si tratta, senza dubbio, di una delle più suggestive scene di musica diegetica del cinema americano.

Non si può negare che alcune sequenze siano inverosimili, ma la sceneggiatura è nel complesso scorrevole pur partendo da pretesti apparentemente banali.

Burt Reynolds è l’assoluto mattatore della pellicola, ma Jon Voight lo affianca più che dignitosamente.

Deliverance è un film destinato a non invecchiare mai, grazie all’ambientazione selvaggia, ma anche ad una regia assolutamente moderna, in linea con le innovazioni portate dalla New Hollywood.

Siamo di fronte all’antesignano drammatico dei vari Una notte da leoni (ancorché il tema del cameratismo maschile sia secondario) e, soprattutto, del Fight Club di Palahniuk/Fincher. Ma soprattutto, in questa pellicola si delinea in modo netto lo schema strutturale seguito dall’horror moderno, soprattutto negli anni Novanta.

Ps: chi volesse ripetere quest’estate le gesta di Ed, Lewis, Bobby e Drew andando a fare canoeing in qualche fiume o torrente di montagna, sappia che, solo nel primo anno successivo all’uscita del film, più di trenta persone sono morte affogate nel fiume Chattooga mentre tentavano di replicare la gitarella di Burt Reynolds e soci… (e se nonostante ciò volete andarci comunque, ricordatevi almeno di portare l’arco e le frecce) 😀

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Deliverance (1972, USA, 109 min)

Regia: John Boorman

Soggetto e Sceneggiatura: James Dickey

Fotografia: Vilmos Zsigmond

Interpreti principali: Jon Voight (Ed), Burt Reynolds (Lewis), Ned Beatty (Bobby), Ronny Cox (Drew), Billy Redden (Lonnie), James Dickey (Sceriffo Bullard)

12 pensieri riguardo “Speciale Vacanze – Vacanze avventurose: Un tranquillo weekend di paura, di John Boorman

  1. Il modo migliore per iniziare le vacanze! 😀
    Film di culto assoluto, l’ho visto da ragazzino e mi ha terrorizzato da morire, e ogni volta che lo rivedo riprovo quei brividi. Non c’è bisogno di mostri o di sangue, basta mettere delle persone in un ambiente ostile e la paura viene da sola…
    Ah, ti ho appena inserito nel database della Guida TV che faccio tutti i venerdì: al prossimo passaggio televisivo del weekend, segnalerò questo post 😉

    1. ok grazie!
      sì un bel modo di iniziare… io sarà che l’ho visto già in età adulta, ma questo film mi ha subito affascinato perché pur sembrando all’apparenza un b-movie è in realtà un film confezionato benissimo ed è infatti tra i must della New Hollywood…
      e poi la scena di Dueling Banjos… che dire, non mi stancherò mai di rivederla!

    1. eh eh, diciamo che il modo in cui Boorman riesce a far montare la suspense puntando solo sull’ostilità tra comunità è proprio uno dei punti forti di questa pellicola… però mi rendo conto che a non tutti piacciono i film che hanno troppa suspense 😉 … ciao!

    1. adrenalina, hai detto bene… infatti se l’è giocata fino all’ultimo per la categoria Vacanze adrenaliniche, ma poi per quella abbiamo scelto un film ancor più adrenalinico… ciao, a presto… e per il premio: ricevuto! arriverà la recensione per uno dei due…

  2. Sono qui per ritirare il mio premio e per farvi i complimenti per il bel lavoro che state facendo :
    I miei film sono : il nome della rosa e Le ali della libertà scegliete pure voi quale recensire ciao a tutti

  3. Lo scontro con i bifolchi rozzi mi rimanda a “I guerrieri della palude silenziosa”, anche lì una comunità non urbanizzata si rivela capace di un’accoglienza molto calorosa.

    1. grazie per la segnalazione, non lo conoscevo… dopo aver letto la trama direi che sì, lo spunto è simile… mi hai messo curiosità di vederlo ora 😀

  4. Buongiorno Vincenzo. Sono Vittorio Pongolini, Maestro di canoa e Dottore Agronomo. Ho sceso nell’aprile del 1999 il fiume Chattooga in canoa con altri bravi canoisti italiani. Penso che a tutt’ora siamo stati gli unici italiani a scendere in canoa (kayak) la section IV di quel meraviglioso fiume selvaggio degli Appalachi dove hanno girato la maggioranza delle scene del film. Certo, é pericolo ma ne valse la pena!

    1. Buongiorno Vittorio.
      Complimenti, deve essere stato fantastico!
      Nel mio piccolo ho fatto un paio di rafting nella Dora Baltea in alta Valle d’Aosta ed è stata un’esperienza bellissima.
      Quei paesaggi dell’America del deep south devono essere molto suggestivi, in futuro mi piacerebbe percorrere l’Appalachian Trail (a piedi però).
      Spero non abbiate fatto incontri particolari come quelli dei protagonisti del film 🙂
      Grazie per il commento, un saluto.

Commenti

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